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Emergenti, una corretta valutazione Esg può contribuire a promuovere lo sviluppo sostenibile 

Emergenti sviluppo sostenibile

Nuveen ha elaborato un modello proprietario di valutazione sostenibile dei Paesi in via di sviluppo per superare i limiti dei framework Esg di terze parti

Convogliare i capitali verso quei Paesi che ottengono buoni risultati in termini non solo di politiche macroeconomiche ma anche di fattori Esg può contribuire a promuovere lo sviluppo sostenibile dei mercati emergenti. Ne è convinta Jessica Zarzycki, CFA, portfolio manager Esg-impact fixed income di Nuveen, che spiega però quanto sia difficile implementare una strategia per valutare gli emittenti dei mercati del debito emergenti. 

“Le ricerche dimostrano che gli attuali framework Esg di terze parti in genere tengono poco conto dei diversi punti di partenza dei Paesi nel proprio percorso di sviluppo economico, e questo porta a distorsioni implicite dovute alla ricchezza di questi Paesi – argomenta Zarzychi – La significativa diversità fra i mercati emergenti richiede un approccio altamente sofisticato per valutare la performance Esg e il potenziale di ciascun Paese. Per questo abbiamo sviluppato un modello proprietario di valutazione Esg per i portafogli dei mercati emergenti che colma le lacune degli approcci di terzi. Il nostro schema si adatta al livello specifico di sviluppo economico di ciascun Paese, garantendo al contempo che la governance rimanga il fulcro di ogni valutazione. Inoltre, prendiamo in considerazione sia i rischi ambientali sia le relative conseguenze sociali, riconoscendo i conflitti che possono sorgere tra i due aspetti quando si procede rapidamente sul fronte del cambiamento climatico. La maggior parte dei modelli di valutazione ESG di parti terze è stata creata principalmente per i titoli azionari quotati dei mercati sviluppati, il che li rende poco adatti a valutare gli elementi che rendono uniche le economie emergenti. La complessità degli emittenti sovrani non fa che aumentare la sfida della valutazione ESG”. 

Il modello targato Nuveen 

L’obiettivo di Nuveen nello sviluppo di un framework Esg proprietario è affrontare le distorsioni in termini di ricchezza e sviluppo riscontrate nei modelli di valutazione di terze parti, incorporando al contempo una visione di lungo termine dei progressi che un emittente sta compiendo, con l’intento di indirizzare il capitale verso i Paesi in cui è più necessario e può essere impiegato con maggiore efficacia, puntualizza Zarzychi, che aggiunge: “per questo, bisogna riconoscere l’ampiezza e la complessità delle differenze tra i Paesi emergenti in base alle loro strutture economiche e ai livelli di sviluppo, all’eterogeneità delle popolazioni e al grado di libertà politica, nonché al grado di esposizione ai rischi climatici fisici, per citare solo alcuni fattori. In base al nostro modello di valutazione, il debito emesso dai Paesi che ottengono risultati in linea o superiori a quelli dei loro omologhi nella stessa fascia di reddito sia idoneo a essere incluso in portafogli Esg intenzionali sui mercati emergenti. I titoli obbligazionari emessi da Paesi che hanno una performance inferiore a quella dei loro peer nella stessa fascia di reddito, invece, non possono rientrare in questi portafogli”. 

Un set diversificato di opportunità 

“Nella valutazione Esg ci concentriamo sui best in class in tutte le fasce di reddito – continua Zarzychi – Questo ci consente di diversificare le opportunità di investimento tra gli emittenti con buone performance in termini di indicatori Esg. Riteniamo che il nostro approccio limiti l’ingresso in portafoglio degli emittenti con performance inferiori sotto il profilo Esg, preservando al contempo un insieme di opportunità diversificate e solide tra rating di debito, regioni geografiche e fattori macroeconomici diversi, con un maggiore potenziale di miglioramento dei rendimenti finanziari”. 

L’importanza del valore relativo 

Il framework di scoring Esg elaborato da Nuveen, comunque, non è l’unico criterio utilizzato per la selezione dei titoli nei portafogli Esg dei mercati emergenti, sottolinea Zarzychi: “I titoli che possono rientrare nei portafogli devono anche presentare un profilo di rischio/rendimento interessante. In altre parole, sono soggetti alla stessa intensa analisi fondamentale bottom-up utilizzata nei portafogli non focalizzati sugli Esg. Riteniamo che la costruzione di un portafoglio di un Paese emergente che integra i criteri Esg secondo il nostro approccio possa fornire rendimenti corretti per il rischio migliori rispetto al benchmark nell’arco di un ciclo. I progressi nello sviluppo sostenibile dovrebbero portare a una crescita economica strutturale più forte e, di conseguenza, a un miglioramento del merito creditizio nel lungo periodo”, conclude. 

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