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Growth vs value, lo scenario sta cambiando

Per Federated Hermes, il segmento value sarà in grado di offrire rendimenti positivi in tutte le aree geografiche anche ad ottobre

I mercati azionari stanno mostrando una significativa volatilità sulla scia di una fase di de-risking in vista della stagione degli utili e alla luce del dibattito in corso negli Usa per quanto riguarda il tetto del debito. La propensione al rischio rimane debole dinanzi alla molteplicità dei fattori che stanno agitando i mercati, tra cui il rallentamento della crescita economica, l’inflazione e il rischio di natura geopolitica, tutti temi sotto la lente degli investitori. In particolare, le criticità relative alla catena di approvvigionamento e la tematica che ruota intorno all’inflazione evidenziano come le aziende stiano affrontando ostacoli di natura eterogenea. “In linea generale, i settori value e cicilici continuano ad apparire sottovalutati mentre il growth continua ad essere ipercomprato, ed è qui che stiamo registrando la transizione più evidente”, osserva Louise Dudley, global equities portfolio manager per la divisione internazionale di Federated Hermes.

“Durante lo scorso mese di settembre abbiamo visto molti aspetti propri del segmento value in grado di offrire rendimenti positivi in tutte le aree geografiche e ci aspettiamo che tale spinta prosegua anche ad ottobre – chiarisce la portfolio manager -. Un’altra area in cui abbiamo registrato una recente debolezza è quella delle cosiddette metriche di redditività, in particolare le società che hanno vissuto un aumento dei margini durante l’anno scorso stanno vedendo adesso un’inversione di tendenza dinanzi alle fluttuazioni riguardo all’inflazione”.

A finire sotto la lente degli investitori che stanno iniziando a guardare all’anno prossimo anno è anche lo stato di avanzamento delle cosiddette politiche verdi negli Stati Uniti e in Europa, non ultimi gli incentivi a breve termine per l’efficienza energetica e l’innovazione tecnologica all’interno della catena di approvvigionamento energetico che possono favorire la riduzione delle emissioni nel lungo periodo. “Questo elemento – sottolinea la Dudley – è in contrasto con le crisi energetiche in corso Asia ed in Europa, che stanno spingendo verso l’alto i prezzi del gas e del petrolio indebolendo di conseguenza il sentiment riguardo alla redditività futura delle industrie pesanti”.

Guardando infine al mercato del lavoro negli Stati Uniti, per la portfolio manager se i dati dovessero superare le attese, probabilmente offriranno un certo grado di rassicurazione per quanto riguarda le possibilità di rimbalzo economico. “Rimbalzo che – conclude -, anche se in fase di rallentamento, sta ancora conservando una traiettoria positiva, continuando ad alimentare i rendimenti del mercato azionario fino alla fine dell’anno”.

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