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I fondi income conquistano gli italiani

Secondo i consulenti, il mix di tranquillità e reddito rende questi prodotti il nuovo obbligazionario. Piace sempre di più l’equity income

Più che rendimenti stellari, cioè che cercano gli investitori italiani è una robusta gestione del rischio e una rendita costante. Per questo la sfida attuale per asset manager e consulenti finanziari è quella di offrire un reddito sicuro, quello che una volta veniva garantito dagli investimenti obbligazionari e ora non più, e che spiega il grande ricorso agli Etf. La soluzione è dunque, a detta degli addetti ai lavori che ogni giorno raccolgono desiderata e preoccupazioni dei clienti, quella di riservare parte del portafoglio ai fondi income. 

Il trend emerge da una serie di interviste realizzate da Invesco con i consulenti finanziari, che conferma quanto evidenziato dalla ricerca condotta da CoreData Research tra consulenti e investitori, sempre per conto di Invesco, “Alla Ricerca di Income”. 

Ebbene, stando ai consulenti intervistati, se i 200 miliardi parcheggiati sui conti correnti (ultimo dato fornito dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, durante la Giornata mondiale del Risparmio, ndr.) servono a garantire tranquillità contro gli imprevisti della vita, gli italiani non hanno certo rinunciato ad avere un reddito stabile e quindi a detenere fondi che offrano qualche forma di cedola. “Anche se di basso valore, i clienti apprezzano tale obiettivo-caratteristica”, spiega un consulente di una banca regionale, stando al quale man mano che migliora la conoscenza e la comprensione, aumenta la componente azionaria, “che quest’anno è stata straordinaria”. 

L’equity income è il nuovo obbligazionario

Stando infatti al professionista, i clienti hanno potuto constatare di persona che le obbligazioni non rendono ormai quasi nulla. “Di conseguenza ora gli investitori si rendono conto che con prodotti specifici possono cominciare a incrementare le partecipazioni azionarie. Ho infatti ampliato la percentuale dei miei investimenti in azioni rispetto alle obbligazioni”, aggiunge. 

“Sotto certi aspetti ritengo anche che l’equity income sia al momento più logico del reddito fisso-obbligazionario. Perché un fondo equity income è ora più ragionevole, soprattutto se genera un rendimento da un mix di investimenti”, osserva un consulente di una banca privata tricolore, secondo cui gli italiani, proprio perché abituati agli investimenti obbligazionari e in titoli di Stato, continuano a prediligere prodotti che offrono una cedola. “Si tratta di strumenti che soddisfano quest’esigenza – precisa -. E i prodotti azionari consentono di uniformare in qualche misura i movimenti di mercato e possono offrire distribuzioni e qualche rendimento”. 

E in effetti, se si guada ai numeri, si evidenzia un forte interesse per l’equity income, in aumento soprattutto tra i clienti privati che leggono la stampa e gli articoli sulle società che distribuiscono dividendi. “Questi clienti ci chiedono perché i loro portafogli non detengono tali titoli”, afferma un professionista.

Fondi income, investimento anti-turbolenze

Ma in ogni caso, a detta praticamente di tutti gli addetti ai lavori, per gli italiani la caratteristica più interessante di questi fondi è che offrono un reddito costante. “Ciò significa che anche in periodi di mercato difficili, quando mi rapporto con i clienti, posso ricordare loro che hanno incassato pagamenti di cedole. Un aspetto positivo del reddito è che offre tranquillità”, sottolinea ancora il consulente.

Dunque, per i professionisti, nelle proporzioni appropriate e in caso di prodotti income di qualità, una percentuale dovrebbe essere inclusa nei portafogli, per offrire un elemento di diversificazione e generare reddito-plusvalenze nelle fasi di turbolenza del mercato. “Il cliente italiano medio ha un’età piuttosto avanzata e tende pertanto a concentrarsi sulla performance dei titoli di Stato, che 30 anni fa offrivano tradizionalmente un rendimento – spiega un consulente -. È comunque un problema culturale perché molti non capiscono che il valore di un’obbligazione, anche se offre un reddito fisso del 2/3% come un tempo, nell’arco di 10 anni, tenuto conto dell’andamento, non soddisferà le loro previsioni. Una volta che si siano resi conto che anche il prezzo di un’obbligazione è notevolmente calato, se questa è detenuta per lo stesso periodo di tempo di un’azione, è possibile indurre i clienti ad acquistare azioni o fondi azionari anziché fondi obbligazionari”. 

Resiste il mattone, piacciono gli investimenti Esg

Infine, da sottolineare, altri due trend che caratterizzano le scelte dei risparmiatori italiani. Una è l’immortale amore per il mattone. Gli immobili restano molto popolari, soprattutto alla luce dell’erosione del reddito in Italia. “Chi ha molti immobili in locazione, può essere indotto a includere i fondi income nel proprio portafoglio”, specifica però un consulente, secondo cui pur mantenendo il real estate nei portafogli, i clienti iniziano a riconoscere l’esigenza di diversificare. “Si tratta di un processo lento, che è però in atto”, assicura. 

“In Italia, la pressione fiscale sulle seconde case è elevata. Di conseguenza, il reddito derivante dalla proprietà di un investimento immobiliare è in generale molto ridotto. C’è chi pensa di trarre il trarre il 6/7%, ma al netto di tasse, Imu, altre imposte e costi, in realtà si ottiene solo l’1,5/2,5% netto. Il che fa una certa differenza, soprattutto se si considera il capitale immobilizzato nell’investimento”, aggiunge un altro professionista, sottolineando come però, paradossalmente, i clienti non riconoscono i rischi cui si espongono effettuando investimenti immobiliari. 

Quanto invece alla sostenibilità degli investimenti, sebbene la transizione verso i prodotti Esg sia iniziata prima del Covid, secondo professionisti la pandemia ha accentuato in modo significativo l’interesse per questo tipo di fondi. “Non si viene criticati quando si formulano queste raccomandazioni, anzi, si è apprezzati. Penso che oltre il 50%, forse quasi il 60% dei miei investimenti sia in fondi Esg”, afferma un consulente. “Se non offro fondi Esg, vanno a cercarli altrove. Nel segmento del reddito, sono un po’ in ritardo. Non vi sono prodotti income definibili Esg”, aggiunge un altro professionista.

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