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Jupiter riposiziona il fondo Emd in valuta locale

Nuovo obiettivo di rendimento per la strategia che amplia le opportunità d’investimento a tutto lo spettro del debito dei mercati emergenti

Il fondo Jupiter Local Currency Emerging Market Debt (ICVC), con patrimonio gestito pari a 102 milioni di euro, sarà ridenominato Jupiter Emerging Market Debt Income Fund, nome che riflette il cambiamento nel suo obiettivo d’investimento. Ad annunciarlo Jupiter, secondo le cui previsioni il fondo raggiungerà il rendimento più elevato all’interno della piattaforma Jupiter Emd. 

Sebbene tradizionalmente il debito in valuta locale registri un rendimento più elevato rispetto al debito dei mercati emergenti in valuta forte (Emd), per un maggior grado di volatilità, i rendimenti in valuta locale sono ora inferiori a quelli di una volta. Tenendo conto di questo, la società ha deciso di riposizionare questa strategia, eliminando il requisito per il quale le partecipazioni del fondo erano denominate in valute locali e ampliando le opportunità d’investimento del fondo a tutto lo spettro del debito dei mercati emergenti, fornendo al gestore una maggiore flessibilità per generare un rendimento interessante.

Il fondo Jupiter Emerging Market Debt Income è stato gestito dal team Emerging Market Debt di Jupiter, guidato dall’head of Emd, Alejandro Arevalo, sin dall’acquisizione da parte di Jupiter di Merian Global Investors nel giugno 2020. Il team, che include anche il fund manager Reza Karim, i credit analyst Alejandro di Bernado e Xuchen Zhang, e l’investment director Matthew Morgan, gestisce 725 milioni di euro di asset nell’universo Emd. I professionisti ritengono che l‘attenzione alla selezione dei fondamentali del credito, alla diversificazione e alla liquidità sia la chiave per ottenere rendimenti ponderati per il rischio superiori.

“Il debito dei mercati emergenti offre un significativo premio di rendimento rispetto ai mercati sviluppati – osserva Arevalo -. I progressi che abbiamo visto con i vaccini contro il Covid-19 e la loro successiva distribuzione sono ancora più importanti per quei paesi emergenti che non hanno le riserve valutarie, le grandi disponibilità e l’accesso ai mercati del credito di cui godono i mercati sviluppati. Con i rendimenti compressi in tutto il mondo e gli spread dell’Emd che stanno ancora recuperando terreno rispetto al reddito fisso dei mercati sviluppati, crediamo che sia ora un buon momento per un’allocazione sui mercati emergenti. Riteniamo che questi cambiamenti ci aiuteranno a raggiungere un total return più interessante per gli investitori, offrendoci al contempo maggiore flessibilità per generare un flusso cedolare competitivo ripartendo giudiziosamente il capitale lungo tutto lo spettro dell’Emd”.

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