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La Cina è pronta a mettere il turbo: come approfittarne

Ubp ha rivisto al rialzo le stime sul Pil di Pechino per il 2021. E alla luce del prossimo 14° Piano quinquennale spiega quali settori correranno di più

La Cina ha rivelato i punti chiave del suo prossimo 14° Piano quinquennale e gli obiettivi a lungo termine fino al 2035. Il Quinto Plenum si è svolto tra i segnali di una più forte ripresa economica, con la performance migliore che si è registrata nel settore domestico. “La ripresa economica del Paese sta diventando generalizzata, il che, unito a un base effect forte e favorevole nel primo trimestre, indica un potenziale rialzo nel 2021”, osserva Carlos Casanova, senior economist Asia di Union Bancaire Privée, che afferma di aver quindi rivisto al rialzo le nostre stime sul Pil per il 2021 fino all’8,0% rispetto al precedente 7,5%. 

Questo scenario presenta però anche alcuni rischi al ribasso. Per Casanova, le fragilità strutturali della Cina sono aumentate in seguito alla pandemia a causa dell’aumento della leva finanziaria delle imprese. Inoltre, è improbabile che le tensioni geopolitiche si dissipino da un giorno all’altro, nonostante gli ultimi risultati elettorali negli Usa: “I democratici potrebbero preferire un ricorso alle sanzioni rispetto ai dazi e mostrare un rinnovato interesse per gli accordi commerciali multilaterali, ma i dazi esistenti rimarranno in vigore per un certo periodo di tempo, poiché il sostegno a una posizione più dura sulla Cina è bipartisan”, spiega.

Dal 14° Piano quinquennale (2021-2025), per l’economista, emergono alcune informazioni sugli obiettivi a lungo termine della Cina fino al 2035. Quanto agli obiettivi di crescita, non è stato annunciato alcun target specifico per il Pil, con il comunicato che ha posto l’accento sulla qualità piuttosto che sulla quantità della crescita. Tuttavia, a detta dell’esperto, questo obiettivo non sarà abbandonato del tutto, poiché la Cina deve continuare ad espandere la sua economia per evitare di cadere nella trappola del reddito medio.

Passando alla circolazione interna, secondo Casanova questa è la componente principale della strategia cinese della ‘doppia circolazione’ e pone maggiore enfasi sulla domanda interna. “Il Paese dovrà spingere significativamente i consumi interni entro il 2035, rendendoli una fonte di crescita globale – argomenta -. La seconda parte della circolazione interna riguarda l’autosufficienza. In linea con il ‘Made in China 2025’, il gigante asiatico punta a diventare un leader globale nelle tecnologie chiave del 21° secolo, il che richiederà un’innovazione interna”.  

Per quanto riguarda invece la circolazione esterna, le aperture e le riforme continueranno a essere perseguite, anche se in modo mirato. “Gli investimenti diretti esteri (IDE) nei settori ad alto valore aggiunto continueranno ad essere incoraggiati – prosegue Casanova -. Saranno promossi anche gli investimenti diretti all’estero (ODI) di alta qualità, con un’attenzione particolare alla Belt and Road Initiative. Le autorità porteranno avanti i piani di progressiva internazionalizzazione della moneta attraverso un maggiore uso della denominazione commerciale e insieme alla Nuova via della Seta”.

Infine, carbon neutral 2060. Per l’esperto, un elemento chiave del piano della Cina per diventare una nazione ad alto reddito è garantire che gli standard ambientali non siano compromessi in nome dello sviluppo. E la promozione di un obiettivo di neutralità carbonica entro il 2060 si collega anche alla circolazione interna, il che consente alla Cina di dominare nei settori chiave ad alta tecnologia.

“Il Quinto Plenum non ha mancato di far riferimento alle fragilità strutturali della Cina – sottolinea quindi Casanova -. Il mercato avrà un ruolo ancor più importante nell’allocazione delle risorse. Questo suggerisce che le riforme strutturali e gli sforzi di deleveraging continueranno ad essere perseguiti al fine di spingere la produttività totale dei fattori”.

Cosa significa tutto questo per gli investitori? Riguardo la circolazione interna, secondo Casanova i settori orientati al mercato interno saranno quelli che trarranno maggiori vantaggi dal nuovo piano quinquennale e dalla 2035 Vision. “La spinta della Cina verso l’autosufficienza andrà a beneficio anche delle nuove infrastrutture – sostiene -. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a una rotazione settoriale in settori ciclici e difensivi, ma la preferenza dell’investitore continua ad andare verso titoli growth portando l’Msci China a crescere dell’8% in ottobre, recuperando del 50% dai minimi di marzo. Avvicinandoci al primo semestre 2021, è probabile che la graduale rotazione verso titoli quality growth continuerà e, con una maggiore attenzione ai consumi”.

Per l’economista, poi, i ritardatari ciclici continueranno a subire i venti contrari man mano che ci avviciniamo al primo semestre 2021, poiché il peso si sposterà sul fronte domestico. Tra questi vi sono i comparti legati alle vecchie infrastrutture (cemento, costruzioni, macchinari), i finanziari, le compagnie aeree, le utility e l’energia.

Quanto ai titoli di Stato e Fx, la politica monetaria mirata della Pboc ha portato sostanzialmente a tassi di interesse nominali positivi. E questo, insieme alla stabilizzazione dell’inflazione, per Casanova dovrebbe continuare a sostenere i flussi. “Inoltre, il focus sull’economia interna dovrebbe determinare un cambiamento nella politica dei cambi, portando a un ulteriore rafforzamento sul fronte dei tassi effettivi nominali e reali”, conclude.

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