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Mercati, tre aree su cui puntare con il rialzo dei rendimenti

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Per Schroders sono da tenere d’occhio azionario giapponese, value e Regno Unito. Meglio stare lontani da oro e bitcoin. La view

In questo momento sui mercati potrebbe essere necessario un approccio più ‘noioso’, che favorisca la diversificazione e la prudenza. Ne è convinta Johanna Kyrklund, chief investment officer and global head of multi-asset investment di Schroders, secondo cui la ‘FOMO’ (Fear Of Missing Out, ovvero paura di perdere l’occasione) è finita e dunque il set di opportunità è diventato più ampio e il contesto di investimento più normale.

Per l’esperta, infatti, nel 2020 la scarsa varietà è stato un elemento molto favorevole in alcuni casi e gli investitori azionari che hanno tralasciato la varietà optando per un numero ristretto di titoli di spicco hanno probabilmente performato molto bene. Il prezzo delle azioni di Tesla, per fare un esempio estremo, è aumentato del 695% solo nel 2020.

“Il mercato Usa – spiega la Kyrklund – è sempre più dominato da un piccolo numero di azioni, i FAMAG (Facebook, Amazon, Microsoft, Apple e Google) e Tesla. A causa dell’impennata dei loro prezzi, questi sei titoli ora rappresentano circa il 21% dell’indice Msci Usa, composto da 600 aziende, e il 22% dell’indice S&P 500, in cui Tesla è stata inclusa solo quest’anno. Non sorprende quindi la comparsa del fenomeno ‘FOMO’, che ha portato molti investitori a scegliere quella che sembrava essere l’unica strada per generare reddito”.

Insomma, gli investitori hanno dato più peso ai profitti potenziali (e a volte immaginari) di un’azienda nel futuro che ai profitti di oggi. Ciò, a detta dell’esperta, è dovuto in parte al cosiddetto ‘discount rate’: quando gli investitori calcolano il valore dei flussi di cassa futuri di un’azienda, questo tasso ha un ruolo cruciale. In poche parole: minore il discount rate, maggiori i potenziali profitti futuri di un’azienda. Quindi, in un contesto in cui i tassi di interesse e i rendimenti dei Titoli di Stato sono vicini allo zero, i potenziali profitti futuri di un’azienda sono altamente valutati. Da qui l’attrattività delle aziende che crescono più rapidamente, con un futuro potenzialmente brillante, come Tesla.

“Tuttavia – sottolinea quindi la Kyrklund -, quando il tasso di sconto aumenta, aumenta la difficoltà nel capire ciò che rende un investimento buono. Improvvisamente la certezza del proverbiale ‘uovo oggi’ diventa più preziosa, mentre la gallina domani deve davvero giustificare le sue valutazioni. È proprio quello che è accaduto di recente con l’aumento dei rendimenti dei Treasury Usa, indotto dal fatto che i mercati hanno iniziato ad anticipare una maggiore inflazione a causa di una ripresa economica più solida”.

Ma la crescita sarà davvero così solida? Per l’esperta, le aspettative potrebbero essere eccessivamente positive e potrebbero quindi lasciare spazio per una certa delusione. “Inoltre la volontà e la capacità delle persone di tornare bruscamente alla normalità potrebbe essere sovrastimata – aggiunge -. Oggi per esempio i voli aerei sono molto più costosi di prima. Quindi vedremo davvero un’improvvisa ripresa di viaggi e turismo, anche supponendo che la gente sia autorizzata e non troppo nervosa a farlo? Esiste poi il rischio che la campagna vaccinale rallenti a causa di problemi politici o di approvvigionamento”.

Insomma, il mercato “FOMO” è finito e oggi il set di opportunità è più ampio e il contesto di investimento più ‘normale’. Quindi ecco le tre aree che la Kyrklund sta monitorando in questo contesto di rialzo dei rendimenti.

La prima è l’azionario giapponese. “Quando i rendimenti dei Treasury crescono, il mercato giapponese generalmente performa bene – evidenzia -. Ciò perché quando i rendimenti salgono, il dollaro tende a rafforzarsi rispetto allo yen. Il Giappone è un’economia orientata alle esportazioni, quindi uno yen meno caro rende i beni giapponesi più attraenti. Un’altra parte importante dell’economia giapponese è il settore industriale, che dovrebbe avere buone performance, con la ripresa economica globale”.

Seconda, il value. “Investire con approccio ‘value’ significa comprare aziende di alta qualità che vengono scambiate su livelli inferiori rispetto al loro valore. Quando il discount rate sale, sale anche l’attrattività degli utili reali odierni (e non di quelli immaginari in futuro). Questo è il proverbiale ‘uovo oggi’”, fa notare.

Infine il Regno Unito. “Come i titoli value, il mercato azionario britannico è un’area che è stata molto poco amata e battuta per un certo periodo di tempo – osserva la Kyrklund -. Con l’incertezza legata a Brexit e al Covid, il mercato ha sottoperformato notevolmente rispetto ai suoi peer negli ultimi anni, e ora c’è il potenziale per una ripresa. Inoltre, per gli investitori britannici, con il rafforzamento della sterlina potrebbe valere la pena mantenere i capitali nel mercato domestico”.

“Inoltre penso che i rendimenti obbligazionari saliranno ulteriormente, ma non mi aspetto che l’attuale sell-off peggiorerà molto. Naturalmente, i bond potrebbero tornare ad essere attraenti più avanti nel 2021”, continua l’esperta che invece preferisce evitare l’oro. Anche se tradizionalmente considerato uno strumento per proteggersi dall’inflazione, non ritiene infatti che quella cui stiamo assistendo ora sia il ‘giusto tipo’ di inflazione, dato che l’oro tende a performare meno bene in queste prime fasi del ciclo inflazionistico.

“Un altro tema che eviterei è forse quello dell’ultima tendenza, i bitcoin – conclude la Kyrklund -. Non li considero un investimento, ma una pura speculazione. La mia opinione sarà forse considerata poco alla moda da alcuni, ma se la diversificazione, la pazienza e la prudenza stanno tornando di moda, allora forse è meglio essere noiosi”.

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