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Oro vs argento: ecco chi vincerà

Il lingotto resta l’osservato speciale tra i metalli preziosi ma secondo Bg Saxo l’argento, alla lunga, potrebbe sovraperformare. Per due ragioni: dollaro e banche centrali

L’oro è salito vertiginosamente nelle prime settimane del 2023 con forti guadagni dovuti ad uno slancio positivo sostenuto da un dollaro Usa più debole. L’argento inizialmente ha faticato a tenere il passo, ma la secondo Simone di Biase, head of relationship management di Bg Saxo, finirà per sovraperformare l’oro nel corso di un anno che potrà osservare un’inversione di tendenza rispetto al 2022. 

“Nei prossimi mesi – spiega infatti l’esperto – potremmo vedere come i precedenti venti contrari si attenueranno, il dollaro sarà più forte e i rendimenti si invertiranno per aggiungere supporto. Mentre è improbabile che l’acquisto record dello scorso anno di 673 tonnellate durante i primi tre trimestri si ripeta, è invece possibile che questa attività crei una base morbida per il mercato, simile a quella che ha creato l’Opec+ attraverso la gestione attiva dell’offerta per il mercato del petrolio greggio. Parte di quella domanda è guidata da alcune banche centrali che vogliono ridurre la loro esposizione al dollaro. Questa de-dollarizzazione e l’appetito generale per l’oro dovrebbero garantire un altro anno forte di acquisti ufficiali di oro da parte del settore”.

In aggiunta, di Biase prevede un ambiente di investimento più favorevole per l’oro per invertire la riduzione dalle 120 tonnellate dello scorso anno tramite Etf. “Tuttavia – evidenzia – fino ad oggi, nonostante i forti guadagni a partire da novembre, non abbiamo ancora assistito alla ripresa della domanda di Etf spesso utilizzati da investitori focalizzati sul lungo termine, con le partecipazioni totali che si aggirano ancora vicino al minimo di due anni”.

L’esperto sottolinea come la domanda di Etf fatichi quando gli investitori ritengono che le banche centrali manterranno ciò che promettono e con l’inflazione in calo tale fiducia non è attualmente messa in discussione. In ogni caso, a suon dire ci sono fattori sul mercato, quali l’aumento delle pressioni salariali e la ripresa in Cina che potrebbero portare ad un aumento della domanda e quindi a far lievitare i prezzi delle materie prime chiave, tra cui energia e metalli.

“Fino a quel momento, probabilmente vedremo l’oro trascorrere la maggior parte del primo trimestre consolidandosi all’interno di un intervallo da 1.800 usd a 1.950 usd, prima di poter raggiungere un nuovo picco sopra i 2.000 usd verso la fine del trimestre. Se questo valore fosse raggiunto, potremmo vedere l’argento tornare a 30 usd l’oncia, un livello che è stato brevemente sfidato solo all’inizio del 2021”, conclude.

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