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Rame e oro, la view resta rialzista

Secondo Cirdan Capital, la domanda di rame continuerà a crescere in Usa ed Europa. Mentre il metallo giallo arriverà a quota 2.000 dollari entro fine 2021

Oro e rame non sono destinati a rallentare nel lungo periodo. Mentre infatti assistiamo alla ripresa del mercato azionario, secondo Antonio De Negri, founder e ceo di Cirdan Capital, il settore delle commodities, in particolare dei metalli comuni, è destinato a registrare performance positive nel 2021. “Tra i metalli industriali, sosteniamo che ci sarà una forte domanda per il rame negli Stati Uniti e in Europa, essendosi già verificato un aumento della domanda pari al 2% in Cina – afferma l’esperto -. Infatti, in un mondo in continua evoluzione, molti investitori hanno spostato il focus su investimenti Esg, nella finanza sostenibile, dunque anche in energie rinnovabili”. 

E il rame, essendo uno dei migliori metalli conduttori di elettricità e calore, è un materiale essenziale per la produzione e per la ristrutturazione delle reti energetiche sostenibili. “Stimiamo che il 60% della domanda di rame derivi dall’impiego di esso per le reti di energia elettriche rinnovabili – chiarisce infatti De Negri -. Quindi, supponiamo che l’attuale domanda di rame spingerà ad un aumento di produzione globale del 4,5% nel 2021”.

Nel mondo dei metalli, nonostante l’oro abbia sottoperformato da quando è stato annunciato il vaccino di Pfizer (diminuendo di 100 dollari l’oncia, da 1.950 a 1.850), l’esperto continua a mantenere una ‘bullish view’. “Uno dei motivi per sostenere questa view, è proprio il fatto che l’oro è una commodity che avrà sempre spazio nei portafogli degli investitori – spiega -. E anche se al momento c’è un gran focus sul mercato azionario, gli investitori torneranno a comprare l’oro, sostanzialmente per effetto della diversificazione”. 

Il secondo aspetto, più tecnico, a favore del metallo giallo riguarda l’inflazione. “Tendenzialmente, stimiamo che quando l’inflazione cresce, l’investitore si deve proteggere dalla svalutazione delle valute e, per fare ciò, tende ad acquistare commodities, e nello specifico i metalli comuni, tra i quali vi è l’oro”, chiarisce De Negri, specificando che essendo quindi il valore del lingotto attorno a 1.700 dollari l’oncia, non dovrebbe essere venduto, specialmente in questo periodo. 

“Alla luce di quanto appena menzionato, stimiamo che l’oro raggiungerà 2.000 dollari l’oncia entro la fine del 2021. Pertanto, l’investitore dovrebbe mantenere una visione di medio-lungo termine per riscontrarne i risultati positivi”, conclude l’esperto.

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