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Usa, Cina e Giappone per il portafoglio 2021

Gamma Capital Markets preferisce le azioni statunitensi, sovrappesa i titoli dei mercati emergenti, in particolare quelli cinesi, e inserisce nuovamente il Giappone

Dopo undici anni di espansione successiva alla crisi finanziaria globale, il ciclo economico è appena giunto al termine. La diffusione del coronavirus e l’attuazione delle misure di contenimento globale hanno definito una crisi profonda e radicata, portando l’economia e i mercati nella fase di bottom. Nel 2021, secondo il team di asset management e consulenza di Gamma Capital Markets, la crisi economica, che ha poi comportato l’intervento dei policy makers, determinerà una nuova fase di riavvio del ciclo andando a definire dapprima una ripresa dei mercati e dei settori più efficienti e poi un’espansione. Come assemblare allora il portafoglio? Nel loro outlook per l’anno prossimo, gli esperti fanno prima una premessa.

“Ogni ciclo economico e ogni shock esterno come il Covid-19 determina una maggiore dipendenza dell’economia mondiale dal debito. Secondo i calcoli del Fmi, il debito totale ha raggiunto 188 trilioni di dollari e il rapporto debito/Pil medio nel 2021 potrebbe aumentare di circa 20 punti nelle economie avanzate e 10 nelle economie emergenti – evidenziano -. In linea di massima, ci aspettiamo che l’attuale debolezza economica si traduca in una crescita molto più forte, una volta allentati i blocchi, e che l’economia globale lasci il posto ad un’ampia ripresa guidata dai vaccini”.

Certo, i rischi all’orizzonte non mancano. E gli esperti di Gamma Capital Markets ne fanno un elenco accurato. Primi fra tutti, ovviamente, il Covid, principale trigger del 2021, e una sua mutazione che potrebbe causare nel tempo l’inefficacia delle vaccinazioni. Preoccupano poi anche gli equilibri politici, dalla composizione del Senato Usa, ai rapporti di Biden con alla Cina che non dovrebbero mutare nella sostanza rispetto alla prevedente amministrazione. 

Tra le preoccupazioni anche insolvenza e bolla del credito: si prevede un numero elevato di fallimenti e di insolvenze delle imprese causate dalla pandemia Covid-19: “Il vero cigno nero sui mercati lo vediamo nel credito, più che nelle azioni e molto dipenderà dalle guidelines del 2021 che potranno sorprendere in positivo o in negativo il mercato”, avvertono gli esperti. Da tenere in considerazione, poi anche l’aumento dell’inflazione, che seppure di poco oltre la norma  potrà avere ripercussioni sul settore obbligazionario, e la  Brexit, il cui spettro del no-deal si fa sempre più reale.

E veniamo al portafoglio. “Continuiamo a preferire le azioni, in quanto le obbligazioni, soprattutto quelle core e soprattutto in questo periodo, non rendono nulla – scrive il team -. Continuiamo a preferire titoli growth, essendo investitori di lungo termine e volendo contenere l’inasprimento della volatilità di breve periodo, affiancati a titoli ciclici e value (non B.E.A.C.H. stocks) che saranno favoriti dalla rotazione settoriale sui mercati a seguito della ripresa economica globale”.

Dal punto di vista geografico, la preferenza di Gamma Capital Markets è per le azioni statunitensi. “L’uscita anticipata della Cina dal blocco e dalle misure di stimolo ci porta a sovrappesare i titoli dei mercati emergenti e in particolare quelli cinesi. Inseriamo nuovamente il Giappone”. In termini settoriali, invece, molto potrebbe cambiare sui mercati col nuovo anno ma la preferenza continua ad essere per i titoli tecnologici (compresi digital e semiconductor), proprio per i temi legati alla disruption tecnologica e alla velocità con cui questa si è palesata durante la pandemia, bilanciandoli con i principali beneficiari del riavvio economico (automotive, cosmetic & perfumes, food & beverages e luxury brands, ecc.).

Per quanto riguarda le obbligazioni, gli esperti lasciano fuori dal portafoglio quelle core a meno di una correzione che dia una possibilità di un’entrata migliore. “Inseriamo comunque solo float o inflation link. Aumenteremo la componente High Yield, mantenendo comunque una duration breve”, si legge nell’outlook.

“Per le commodity – proseguono gli esperti -, aumenteremo la parte in portafoglio di oro fisico hedgiato, non solo come assicurazione degli asset di rischio, ma anche perché nel 2020 ha mostrato una forza relativa incredibile, visto che è salito durante l’anno nonostante il sell off combinato di Marzo 2020.  È probabile che il dollaro si indebolisca durante la ripresa a causa del riavvio economico globale, dato anche il suo comportamento anticiclico, per cui proveremo a coprire il rischio cambio laddove possibile”. Infine, per quanto concerne le strategie alternative o decorrelate, gli esperti dicono di aver constatato che i fondi Long/short, soprattutto quelli che lavorano sul momentum, sono correlati positivamente con i Megatrend, quindi non diversificheranno il rischio con questi.

In conclusione i portafogli avranno una componente di difesa, con una parte di cash in alcuni momenti e oro hedgiato e obbligazioni inflation link e float e fondi alternativi low volatility, una parte con un po’ più di rischio con obbligazioni hy e Em e una parte di attacco con azioni legate ai megatrend tecnologici, demografici e climatici.

Quanto all’Italia, gli esperti sottolineano come la proiezione del Pil per l’anno in corso sia leggermente migliorativa rispetto a quanto emerso dalle primissime stime della Bce e si assesterà probabilmente ad una contrazione dell’ordine dell’8,8% su base annua. “Alla luce di questi dati è possibile stimare l’evoluzione dei rapporti debito/Pil e deficit/Pil, stimati rispettivamente al 161,9% e 10,4%”, scrivono.

“Arriveremo o no in area 25.000? L’Italia riuscirà a sfruttare i soldi Ue per poter rilanciare l’economia interna e portare i cambiamenti strutturali necessari per rilanciare il Paese nel lungo periodo?”, si chiede infine il team Gamma Capital Markets. “Difficile dirlo ma sicuramente potremo analizzare i 3 motori della nostra borsa per capire dove siamo e dove potremo tendere: il settore energetico, con Eni in primis; il settore bancario e le Mid e small cap, vero motore dell’Italia e possibile prede di investitori esteri in particolari americani e cinesi”, concludono.

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