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Usa, cosa cambia con l’“anatra zoppa”

Se Biden sarà confermato presidente si troverà probabilmente a governare senza una Camera. Dagli stimoli fiscali, all’aumento delle tasse, Federated Hermes spiega cosa può accadere

Sembra che per i prossimi quattro anni ci ritroveremo con un democratico alla Casa Bianca, un Senato Repubblicano e una Camera Democratica: il risultato? Un ingorgo, secondo Eoin Murray e Fraser Lundie, rispettivamente head of investments e head of credit per la divisione internazionale di Federated Hermes. “Questa leadership eterogenea rappresenterà un adeguamento sulla scia dell’onda rossa di Trump e quella blu di Obama, in cui trovano allineamento le differenti voci. Detto ciò, in termini generali, probabilmente gli Usa otterranno uno stimolo fiscale molto più contenuto, quindi la politica monetaria dovrà continuare a fare il grosso del lavoro e la Fed dovrà ribadire la propria politica di tassi ‘più bassi più a lungo’”, spiegano. 

Per i due esperti, Biden farà probabilmente fatica a confermare i suoi candidati alle principali poltrone, in particolare in settori sensibili come finanza, occupazione e regolamentazione ambientale, il che significa che è molto probabile che i programmi in direzione di una legislazione sostanziale su aspetti quali il diritto di voto, la sanità e il cambiamento climatico saranno bloccati.  “Nel breve periodo, c’è il sospetto che entrambe le parti daranno vita a controversie legali, ma questa dovrebbe essere solo una distrazione di breve termine che alla fine non porterà a nulla”, assicurano. 

Murray e Lundie sottolineano anche che due giorni fa gli Usa sono usciti dall’accordo di Parigi sul clima, annullando formalmente l’impegno internazionale firmato per ridurre le emissioni di carbonio e limitare il riscaldamento globale. Biden ha comunque dichiarato la propria intenzione di tornare a farne parte, scelta in linea con la sua agenda sul clima, la più ambiziosa di qualsiasi altro candidato presidenziale della storia.

“La reazione del mercato del credito rispetto all’incerto esito delle elezioni americane è stata molto positiva, sulla base della percezione che una stretta vittoria di Biden, combinata con un Senato repubblicano, rappresenti un ‘goldilocks’ per gli spread, o meglio ‘gridlocks’, dato che la politica di Biden introduce ulteriori stimoli ed è più centrista, compresa la posizione verso i competitor internazionali, mentre il Senato può agire come un freno a mano sugli aumenti delle tasse e sulla regolamentazione”, osservano.

Ai due esperti, questo quadro e i movimenti del mercato appaiono un po’ ottimistici, tanto più che evidenziano come una seconda ondata di Covid negli Usa potrebbe essere affrontata da restrizioni più sfavorevoli dal punto di vista economico da parte di Biden, un possibile catalizzatore per un ulteriore declassamento delle stime macro e degli utili per l’anno prossimo.

“Con pacchetti di stimolo più ampi che probabilmente si riveleranno più difficili da approvare, le aspettative di inflazione sono giustamente scese e questo probabilmente sosterrà ulteriormente la domanda di reddito fisso – concludono Murray e Lundie -. Tuttavia, questa domanda deve essere attuata con cautela. I fondamentali delle imprese hanno già subito una notevole pressione per far fronte alla pandemia, e le aziende di qualità inferiore hanno ora poco margine di errore, ed è per questo che stiamo concentrando i nostri investimenti su segmenti più forti dello spettro del credito”.

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