Risparmia

Donne e risparmio: crescono competenze e voglia di indipendenza

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Sondaggio Moneyfarm: nella gestione dei risparmi il 65% delle donne italiane si dice molto (22%) o sufficientemente preparata (43%). E il 77% vorrebbe approfondire il tema

Nonostante solo una su cinque si ritenga estremamente competente nella gestione dei risparmi, tra le donne italiane (65%) c’è sufficiente fiducia nella propria preparazione. E si registra un vivo interesse a sentirsi indipendenti e protagoniste nella gestione delle finanze. La stragrande maggioranza delle italiane, il 77%, si dice infatti interessata a gestire i propri risparmi nel migliore dei modi. E di queste il 38% si dichiara addirittura “molto interessata”. È quanto emerge dall’ultimo sondaggio nazionale condotto da Moneyfarm, società internazionale di gestione del risparmio con approccio digitale, per fare il punto sul rapporto tra la donne e i grandi temi del risparmio e degli investimenti.

Donne e gestione del denaro: giovanissime e pensionate le più competenti

Le donne che si sentono molto competenti in materia di gestione dei risparmi sono solo il 22% a fronte di un 35% che si dice per nulla preparata. A incoraggiare, però, è il 43% che si ritiene comunque sufficientemente preparata e, soprattutto, il dato inequivocabile sull’interesse: il 77% delle donne desidera approfondire il tema della gestione del denaro, un interesse molto forte nel 38% dei casi, mentre solo il 23% sembra gettare la spugna.  In base al rapporto con i risparmi descritto via via più nel dettaglio nel sondaggio, le donne sono state raggruppate in quattro macro-categorie:

Le “Donne da supportare” (60%): seppure il 65% e il 77% delle donne italiane si sia data la sufficienza in preparazione e interesse nella gestione del risparmio, la maggioranza delle rispondenti evidenzia di aver decisamente bisogno di una maggiore educazione finanziaria.
Le “Ingaggiate” (20%): sono le risparmiatrici che si ritengono molto preparate. Per loro esiste un rischio di “overconfidence”, fattore che può portare a comportamenti di investimento non ottimali, come il fai-da-te.
Le “Vorrei, ma non so” (18%): sono le risparmiatrici interessate ai temi finanziari, ma che credono di non essere abbastanza preparate.
Le “Potrei, ma non voglio” (2%): sono le pochissime risparmiatrici che, pur sentendosi competenti in materia, non sono interessate ad occuparsi del loro denaro.

L’importanza dell’età

L’età ha un ruolo centrale nella definizione dell’appartenenza a uno di questi quattro cluster: le “Ingaggiate” sono soprattutto donne tra i 25 e i 34 anni, a cui la confidenza con la tecnologia dà ampio accesso al dibattito finanziario e agli strumenti di investimento. Più avanza l’età delle intervistate, più si riducono la padronanza delle nuove tecnologie e l’accesso ai canali di informazione digitali, con un conseguente calo sia delle conoscenze che del livello di interesse per i temi finanziari: la categoria che dichiara di avere il minore interesse e la più scarsa conoscenza è quella delle donne tra i 45 e i 54 anni.

Con l’avvicinarsi della pensione, la situazione cambia radicalmente: tra i 55 e i 64 anni tornano a crescere sia l’interesse che le conoscenze in materia finanziaria e si ricorre molto più frequentemente ai consulenti per farsi guidare in questo percorso (nel 61% dei casi contro una media del 49%).

Il 55% delle donne si ritiene più competente della propria madre

Nell’apprendimento delle conoscenze finanziarie, un ruolo essenziale è svolto dai genitori. Grazie a loro il 49% delle italiane afferma di aver acquisito nozioni di finanza e gestione del denaro. Anche la curiosità personale e la voglia di saperne di più sono fattori importanti (42%), così come il consulente finanziario (31%). Il partner e la scuola giocano, invece, un ruolo più secondario (20%) sul fronte delle conoscenze finanziarie, così come i media (19%), i siti specializzati (13%) e i social (5%).

Nonostante l’industria del risparmio sia diventata decisamente più complessa e articolata in termini di soluzioni e strumenti di risparmio e di investimento nel corso degli ultimi decenni, il 55% delle intervistate ritiene di essere più competente della propria madre per compiere delle scelte. E il 51% ritiene che l’accessibilità delle informazioni renda oggi più semplice gestire i propri risparmi. 

L’indipendenza finanziaria costa fatica

Il desiderio di indipendenza finanziaria e l’impegno a migliorare le proprie competenze accomunano la maggioranza del campione. Solo una donna su dieci delega totalmente la gestione del proprio denaro ad altri. Il 92% delle intervistate vuole invece seguire in prima persona i propri risparmi, chi da sola (43%), chi affiancata da un professionista (49%). Sembra anche esserci consapevolezza che l’indipendenza non sia “gratuita”, ma che richieda impegno e fatica. Quasi il 60% delle donne intervistate riconosce la complessità della materia finanziaria, ma è altrettanto consapevole del fatto che le conoscenze siano fondamentali per gestire al meglio le proprie finanze.

Controllo delle spese e budget mensile: ribaltando i luoghi comuni maschili

Nella rappresentazione del senso comune (maschile), le donne risultano notoriamente orientate alla spesa facile. In realtà la rappresentazione che loro danno di sé stesse appare molto più centrata sull’oculatezza. L’indagine Moneyfarm fotografa una netta maggioranza di donne (82%) che dichiara di tenere sempre sotto controllo le proprie spese dandosi un budget mensile, contro una minoranza (18%) che si rende conto a posteriori di aver speso troppo.

Il 79% del campione ritiene importante essere “formiche”, cioè risparmiare e mettere a frutto i propri risparmi. A fronte di una minoranza del 21% di “cicale”, che ammette di spendere il denaro senza curarsi particolarmente del domani. Se entrasse improvvisamente in possesso di un extra-budget di 5.000 euro, il 33% delle intervistate opterebbe per un investimento finanziario. Una scelta seconda solo al viaggio (42%), soprattutto dopo le riaperture post-Covid.

Viaggi, pensione, casa e figli: per quali obiettivi risparmiano le donne italiane

L‘approccio femminile agli investimenti è caratterizzato da uno spiccato orientamento al futuro. Oltre ai viaggi, che sono il primo obiettivo per cui si risparmia, il 40% delle donne risparmia per la pensione, il 36% per l’acquisto della casa, il 27% per il benessere personale, il 23% per l’istruzione dei figli e il 16% per hobby o interessi.

Il 46% delle donne si dice soddisfatto di sapere impiegato bene il proprio capitale. Mentre il 32% è contento di contribuire a costruire il proprio futuro tramite le scelte finanziarie. Tra i benefici indicati dalle intervistate ci sono anche la tranquillità data dalla sicurezza (29%) e (quando succede) dalla conta dei guadagni realizzati (21%).

Che si tratti di progetti di medio o breve termine, della pianificazione previdenziale o dell’acquisto della casa, è evidente la tensione del campione verso il futuro. Un orientamento generale da cui possono derivare comportamenti e riflessioni attente in materia di risparmio, controllo delle spese e budgeting.

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