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Stop al cashback. Si riparte nel 2022

Il governo cancella la seconda tranche. Ed è scontro tra i partiti. La ripresa l’anno prossimo, per un gettito aggiuntivo stimato nel 2025 di 9 miliardi

Si ferma, per ora, il cashback di Stato voluto dal governo Conte due – e finanziato fino a giugno 2022 con circa cinque miliardi – per agevolare i consumi, favorire l’utilizzo di moneta elettronica e scoraggiare l’evasione. L’esecutivo guidato a Mario Draghi ha infatti deciso di sospendere l’avvio del nuovo semestre di rimborsi, che avrebbe dovuto aprirsi il primo luglio per terminare a fine anno.

La decisione è stata presa dal presidente del Consiglio con l’obiettivo di rodare la norma. In occasione del Consiglio dei ministri di mercoledì 30 giugno, comunque, lo stesso Draghi ha “assicurato” la ripresa del cashback di Stato nel 2022. Probabilmente subito dopo l’estate si inizieranno a vedere i primi effetti della sospensione e si potrà capire se questo stop avrà fatto fare un passo indietro all’Italia, in termini di evoluzione digitale del Paese e di lotta all’evasione, o se sarà effettivamente servito per far risparmiare lo Stato.

Per ora i numeri (visibili sul portale ufficiale del cashback) sono a favore dell’iniziativa lanciata dal governo Conte: dall’inizio del programma a oggi, hanno aderito all’iniziativa circa 9 milioni di cittadini, con 16,5 milioni di strumenti di pagamento elettronici attivati e circa 800 milioni di transazioni effettuate (gli utenti con transazioni valide sono 7,8 milioni per un totale di transazioni elaborate pari a circa 736 milioni).

Ma il dato più interessante riguarda l’importo delle transazioni, con il grosso della fetta, cioè l’81,76% del mercato, che si attesta al di sotto dei 50 euro. Rilevante anche lo spaccato relativo alle micro transazioni, quelle sotto i 5 euro per intenderci, con una market share del 16,3% (30,4% se si alza la soglia fino a 10 euro).

Le ragioni della sospensione

Allora perché sospendere il cashback? Come riporta Ilfattoquotidiano.it, non ci sono ragioni evidenti. Anzi, Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, sentito dalla redazione del Fatto Quotidiano, non solo non ha dato spiegazioni sui motivi, ma ha anche spiegato “di non avere una valutazione d’impatto aggiornata sugli effetti della misura”.

Eppure nei mesi scorsi erano arrivati giudizi positivi sull’iniziativa sia da esponenti dell’esecutivo Draghi sia dalla Community Cashless Society (ne fanno parte Intesa Sanpaolo, Mastercard, Nexi, Poste Italiane, Unicredit e Visa). Secondo un sondaggio condotto dalla “Community”, il 70% degli italiani è stato incentivato a utilizzare maggiormente le carte.

Inoltre, stando al Rapporto Community Cashless del 2021, che ha misurato l’impatto che un’iniziativa simile ha prodotto in Portogallo, il cashback avrebbe potuto generare un gettito addizionare per lo Stato di 1,2 miliardi di euro al 2022, che entro il 2025 sarebbe salito fino a 9,2 miliardi.

Maggioranza divisa

Intanto la maggioranza è letteralmente spaccata a metà, con il M5S, il Pd e la Sinistra Italiana che da un lato lamentano la scelta compiuto, e Forza Italia e Fratelli d’Italia che esultano dall’altro lato. E proprio il partito guidato da Giorgia Meloni aveva chiesto espressamente al Senato con una mozione ad hoc che il cashback fosse bocciato. Mozione che era stata respinta.

L’operazione cashback, dunque, si fermerà per ora al 30 giugno con il pagamento delle somme accumulate attraverso i pagamenti con carte di debito e credito nel primo semestre del 2021 e con il maxi premio da 1.500 euro, il cosiddetto Super Cashback, destinato ai centomila maggiori utilizzatori.

La misura, che assicura un rimborso del 10% fino a un massimo di 150 euro sulle spese sostenute nei negozi fisici senza l’utilizzo del contante, in queso primo semestre completo ha permesso a oltre 7 milioni di persone di accumulare premi che verranno emessi da luglio in poi (qui le modalità per ricevere il cashback del primo semestre). 

La legge prevedeva per il programma un arco temporale di un anno e mezzo, suddiviso in tre periodi: i primi sei mesi del 2021 fino al 30 giugno, altri sei mesi fino a fine 2021 e una terza fase fino al 30 giugno 2022. Il secondo semestre 2021, però, è stato sospeso e ora si guarda alla ripartenza il prossimo anno.

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