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Obbligazioni, il giusto mix per affrontare un contesto inflativo e recessivo

Giannelli (Nuveen): “Puntare sulle scadenze medio lunghe e su asset alternativi è la chiave per ottenere rendimenti più elevati rispetto ai bond a breve termine”

Giampaolo Giannelli

“Oggi, rifugiarsi nella liquidità non è una soluzione”. È il monito di Giampaolo Giannelli, global client group vice president di Nuveen, che aggiunge: “​​​investire in liquidità o obbligazioni a breve termine può sembrare la scelta migliore durante i periodi di volatilità, ma l’ultimo anno è stato caratterizzato da persistenti aumenti dei tassi e questo ha crea condizioni favorevoli per un ritorno all’investimento nel reddito fisso. Storicamente – ricorda – le obbligazioni hanno performato meglio rispetto alle azioni nelle fasi recessive e poiché per l’economia globale è sempre più concreta la prospettiva di una recessione, le obbligazioni potrebbero tornare a essere un prezioso elemento di diversificazione in un quadro di crescita economica più lenta”.

Ricalibrare il portafoglio

In particolare, Giannelli vede tre obiettivi primari per i portafogli obbligazionari: generare reddito, coprire il rischio in caso di una frenata dell’economia e gestire il rischio di inflazione. “Questi obiettivi possono essere raggiunti meglio ​​​​​​diversificando l’allocazione nel reddito fisso e includendo una serie di asset con rendimento più elevati (al netto delle imposte) rispetto ai bond a breve termine, pur restando entro i limiti di rischio”.

Oltre il tradizionale 60-40

Se da un lato è vero che la liquidità e gli strumenti a breve termine oggi possono fornire rendimenti nominali significativi, dall’altro lato è pur vero che gli strumenti di credito possono offrire prospettive di rendimento simili a quelle delle azioni, argomenta Giannelli, che consiglia di privilegiare le obbligazioni di alta qualità a medio e lungo termine, gestendo il rischio di inflazione tramite le obbligazioni a breve scadenza e a tasso variabile. Ma anche selezionati mercati emergenti rappresentano un’interessante fonte di diversificazione”. In termini di allocazione del portafoglio, poi, Giannelli crede che un portafoglio 50-30-20 (50% azioni, 30% obbligazioni e 20% alternativi) possa avere un profilo più interessante rispetto al tradizionale 60-40. “L’inclusione di nuove asset class può comportare ulteriori rischi specifici, ma riteniamo che l’esposizione a più fonti di rischio e a maggiori fonti di rendimento sia vantaggiosa per la maggior parte degli investitori”, conclude

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