Gestione passiva

Gestione passiva, la guida

Gestione passiva

Cosa si intende per gestione passiva, quali sono gli strumenti finanziari disponibili sul mercati e come funzionano

Investire nel risparmio gestito vuol dire affidare i propri risparmi, in una soluzione unica o anche in piccole quote versate con una certa periodicità, a un intermediario specializzato, come una società di gestione del risparmio (Sgr).

Le Sgr costruiscono diverse tipologie di prodotti in cui è possibile investire. Prodotti che possono differenziarsi per aree tematiche (per esempio prodotti che investono solo sulla sostenibilità ambientale), per settori (per esempio prodotti che investono in finanziari, in tecnologia o nei titoli industriali), per aree geografiche (prodotti che investono solo in America, o solo sui mercati emergenti), o ancora per stili (per esempio growth e value)

Ma gli strumenti confezionati dalle società di gestione del risparmio possono anche differenziarsi per il tipo di gestione, che può essere attivo o passivo. Nel primo caso, pur avendo un indice di riferimento, il cosiddetto benchmark (parametro di riferimento che serve a valutare la bontà di un prodotto di risparmio gestito), il gestore è libero di discostarsi dallo stesso indice, cercando di offrire al cliente finale un valore aggiunto rispetto al benchmark.

Come funziona

Nel caso di un prodotto a gestione passiva, invece, il gestore si limita a replicare in maniera fedele l’andamento del benchmark, senza assumersi il rischio di prendere scelte sbagliate che potrebbero poi rivelarsi penalizzanti ai fini della performance.

Facciamo un esempio pratico, e ipotizziamo di voler investire sul mercato italiano e più in particolare sul Ftse Mib, che è l’indice delle 40 società a più larga capitalizzazione quotate sul mercato italiano. Per farlo abbiamo due possibilità: o ci compriamo ogni singoli titolo che compone l’indice, replicando esattamente lo stesso peso, oppure ci affidiamo a un prodotto a gestione passiva indicizzato proprio al mercato italiano e nello specifico al Ftse Mib.

Il gestore che “amministra” questo prodotto acquisterà al posto nostro ogni singolo titolo che compone il Ftse Mib nelle stesse proporzioni, o in alternativa utilizzerà strumenti derivati che gli permetteranno di seguire fedelmente l’andamento dell’indice stesso.

Generalmente ci si affida a prodotti di questo tipo o per poter accedere a mercati altrimenti difficilmente raggiungibili (si pensi a mercati emergenti come l’India, il Vietnam o la Cina) o perché la gestione passiva applica commissioni più basse rispetto a quella attiva.

Tra Index fund ed Etf

Ma quali sono i prodotti a gestione passiva presenti oggi sul mercato? I prodotti a gestione passiva possono essere distinti in Index fund ed Etf (Exchange traded fund), che sono strumenti molto simili: entrambi hanno come obiettivo la replica fedele di un indice o paniere ed entrambi hanno commissioni più basse rispetto ai fondi a gestione attiva.

La differenza principale sta nel fatto che gli Index fund, o fondi indicizzati, non sempre (o comunque non necessariamente) sono quotati su mercati regolamentati. Gli Etf, invece, sono per loro natura prodotti quotati in Borsa, che possono quindi essere acquistati e venduti al pari di qualsiasi altro strumento quotato.

In virtù di questa distinzione, per investire in un Etf è necessario pagare anche le commissioni di compravendita (variano da intermediario a intermediario) oltre a quelle di gestione. Non essendo quotati, invece, gli Index fund non prevedono spese di compravendita, ma potrebbero prevedere commissioni di ingresso (sono spese una tantum sostenute in fase di sottoscrizione), che in alcuni casi possono essere anche piuttosto salate

Per un maggiore approfondimento sulle differenze tra Etf e Index fund è possibile leggere l’approfondimento di Anna Paola Marchi, responsabile della clientela wholesales di Credit Suisse Am

Vai a Etf, cosa sono. Gli elementi distintivi

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Andrea Dragoni
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