Pillole di economia

Inflazione, che cos’è

Inflazione

Con il termine inflazione si indica l’incremento dei prezzi di beni e servizi in un determinato periodo di tempo. Generalmente l’inflazione viene calcolata su base mensile oppure tendenziale, ovvero anno su anno, ed è espressa in termini percentuali (tipo 1%, 2%, o 3%). Il calcolo viene effettuato dall’Istat (Istituto nazionale di statistica) su un paniere (ovvero un insieme) di beni e servizi acquistati dalle famiglie italiane.

Il paniere Istat

Il paniere Istat per il calcolo dell’inflazione comprende prodotti alimentari, bevande alcoliche, tabacchi, abbigliamento, elettricità, mobili, servizi per la salute, servizi di trasporto, servizi di ristorazione, ma anche l’istruzione e spese come l’assicurazione auto moto, o ancora spese relative a servizi offerti da liberi professionisti, come il commercialista e l’avvocato.

Gli effetti

In poche parole, l’inflazione rappresenta l’incremento del costo della vita. Con un’inflazione annua del 2%, per esempio, un bene che oggi costa 1.000 euro tra un anno costerà 1.020 euro. Tra due anni, invece, il valore sale 1.040,40, e così via. Di conseguenza, se lo stipendio o la pensione dovesse rimanere invariato, il potere di acquisto delle famiglie diminuirebbe.

Conto corrente, i soldi fermi perdono valore

Il potere d’acquisto

L’indice di inflazione può quindi essere anche utilizzato per calcolare la perdita di valore dei propri risparmi in assenza di una remunerazione adeguata. Quando varrebbero tra un anno 30.000 euro lasciati infruttiferi (cioè senza vedersi riconosciuto un tasso di interesse attivo) su un conto corrente? Con un’inflazione annua al 2%, tra 12 mesi avrebbero un valore di 29.411,76 euro, tra due anni di 28.835,06 euro e tra cinque addirittura di 27.171,92 euro.

Un esempio pratico

Per fare un esempio pratico, ipotizziamo di voler comprare tra un anno un’automobile che oggi ha un prezzo di 30.000 euro. Con un’inflazione al 2%, tra un anno la stessa automobile costerebbe 30.600 (tra due, invece, 31.212 euro, e tra tre 31.836,24 euro); 30.000 euro lasciati fermi e infruttiferi sul conto corrente, invece, tra un anno rimarrebbero sempre 30.000 euro (in realtà sarebbero di meno, visto che il conto corrente ha delle spese, a partire dai 34,20 euro di imposta di bollo per giacenze superiori a 5.000 euro) e quindi non basterebbero più per acquistare un’automobile il cui valore è salito a 30.600 euro.

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Gabriele Petrucciani
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