Pillole di finanza

Ivafe, che cos’è e come pagarla

Ivafe

Ai fini del monitoraggio fiscale, tutte le attività detenute all’estero nel 2021 vanno inserite in dichiarazione per il calcolo dell’Ivafe

L’Ivafe è un’imposta che ogni anno bisogna pagare sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero. Introdotta nel 2011, l’imposta viene calcolata in base alla quota di possesso e al periodo di detenzione dei prodotti finanziari. In pratica si guarda al valore di mercato al termine di ciascun anno solare o comunque al termine del periodo di investimento.

Sono tenute a versare l’Ivafe tutte le persone fisiche residenti in Italia che detengono all’estero prodotti finanziari, conti correnti e libretti di risparmio, oltre agli enti non commerciali (come trust e fondazioni) e alle società semplici residenti in Italia.

Le aliquote

Per conti correnti e libretti di risparmio all’estero, l’imposta è fissa: 34,20 euro per ciascun conto corrente o libretto di risparmio detenuto all’estero. Dunque, è esattamente uguale all’imposta di bollo pagata sui conti correnti in Italia. L’imposta non è dovuta quando il valore medio annuo di giacenza è inferiore a 5mila euro. Se il contribuente ha un conto cointestato, per il limite dei 5mila euro si tiene conto degli importi a lui riferibili pro quota.

Per i prodotti finanziari detenuti all’estero o per il tramite di intermediari con sede all’estero, l’imposta da versare ammonta allo 0,2% del valore dei prodotti finanziari, rappresentato dal valore di mercato rilevato al termine di ciascun anno solare. Se al 31 dicembre le attività non sono più in possesso del contribuente, allora si fa riferimento al valore di mercato rilevato al termine del periodo di possesso.

Per le attività finanziarie che hanno una quotazione nei mercati regolamentati deve essere utilizzato questo valore. Per le azioni, obbligazioni e altri titoli o strumenti finanziari non negoziati in mercati regolamentati e, comunque, nei casi in cui le attività finanziarie quotate siano state escluse dalla negoziazione, occorre far riferimento al valore nominale o, in mancanza, al valore di rimborso. Quando manca sia il valore nominale sia il valore di rimborso, la base imponibile è costituita dal valore di acquisto dei titoli.

Il pagamento

Tutte le attività detenute all’estero (anche se non più in possesso al termine dell’anno solare), tipo obbligazioni, azioni, conti correnti o polizze assicurative, devono essere obbligatoriamente segnalate nel quadro RW della propria dichiarazione dei redditi, In base alle indicazioni e ai dati forniti si vedrà se si dovrà pagare l’Ivafe oppure no.

Il pagamento dell’Ivafe segue le regole previste per l’Irpef, comprese quelle riguardanti le modalità di versamento dell’imposta in acconto e a saldo.

Per non correre rischi si può decidere di aderire al regime amministrato, se il proprio intermediario lo consente. In questo caso sarà l’intermediario stesso a occuparsi del calcolo e del pagamento dell’Ivafe, oltre a calcolare e pagare le imposte sugli eventuali capital gain.

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