Chi ha investito su una piattaforma di P2P Lending può vendere le proprie quote ad altri utenti prima della scadenza. Ecco come funziona
Il mercato secondario è il mercato in cui, a certe condizioni, coloro che hanno investito in alcune piattaforme di P2P Lending, come Prestiamoci, possono vendere le proprie quote ad altri utenti della piattaforma e monetizzarle prima della scadenza del termine.
Le condizioni per poter vendere una quota sono tre: il prestito deve essere regolare (non avere, cioè, ritardi o interruzioni sul pagamento
delle quote); il prestito deve essere attivo da non meno di 3 mesi (cioè il richiedente deve aver già pagato almeno 3 rate); il prestito deve essere a non meno di 3 rate dalla sua conclusione naturale.
Ultima nota importante, il mercato secondario non prevede aste. Le quote vengono vendute al loro valore nominale residuo, inclusivo di interessi e capitale. Questo meccanismo consente da un lato di negoziare sul mercato secondario i prestiti più affidabili, perché già “testati sul campo”, e dall’altro di rendere sostenibile il modello di P2P Lending.
Sarebbe fantastico poter uscire in qualsiasi momento da una piattaforma P2P, ma cosa accadrebbe se lo facesse un gran numero di utenti? Qualcun altro dovrebbe necessariamente liquidare le loro posizioni e questo qualcuno non potrebbe essere altri se non la piattaforma stessa.
Indipendentemente dalla liquidità della piattaforma, questo gioco a lungo andare diventerebbe insostenibile. E non è un discorso solo teorico considerando che in passato è già capitato: piattaforme estere come Kuetzal ed Envestio sono fallite anche per questo motivo, mentre altre come Monethera e Wisefund hanno sospeso il buyback.
Con il mercato secondario, invece, a un prestatore ne subentra un altro e il modello è perfettamente sostenibile. In più non ci sono penali per chi liquida la propria posizione (come di norma avviene nei casi di buyback da parte della piattaforma).
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