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Assegno unico, a novembre scatta il taglio per chi non è in regola

Alcune famiglie potrebbero ritrovarsi importi decurtati al livello minimo di 54 euro. E subire un’ulteriore trattenuta nel 2024. Ecco come e entro quando regolarizzare l’Isee

Le famiglie che percepiscono l’Assegno unico e universale potrebbero avere una brutta sorpresa a novembre. Questo mese scade infatti il termine ultimo per regolarizzare l’Isee e chi non ha provveduto potrebbe ritrovarselo ridotto al minimo. Con il rischio, in caso di mancata regolarizzazione, di subire un’ulteriore trattenuta all’inizio del 2024.

Assegno unico, il ricalcolo Inps

L’Inps aveva annunciato che da settembre avrebbe portato al minimo l’Assegno unico di quelle famiglie che avessero presentato attestazioni Isee “recanti omissioni o difformità” a proposito dei dati “del patrimonio mobiliare e/o ai dati reddituali dichiarati”. Successivamente aveva però spostato il termine per mettersi in regola a novembre. 

Tra pochi giorni, giovedì 16, venerdì 17 e lunedì 20, verrà messo in pagamento il contributo per coloro che percepiscono l’assegno unico almeno da un mese. Così come per i nuclei che tra ottobre e novembre non hanno subito variazioni. Dal 21 al 30 toccherà poi ai pagamenti degli importi relativi alle nuove domande pervenute nel mese precedente. E per gli assegni che abbiano subito variazioni in ragione di mutamenti delle condizioni del nucleo e dell’Isee. E chi nel frattempo non avesse provveduto a inviare l’Isee corretto, potrebbe vedersi ridurre l’importo dell’assegno unico fino al minimo di 54,10 euro già a partire da questo mese.

Non solo. Queste stesse famiglie corrono anche il rischio di vedersi sottrarre, a febbraio o marzo 2024, in sede di conguaglio, le somme che l’Inps ritiene siano state indebitamente percepite proprio per la mancata regolarizzazione dell’Isee.

Assegno unico, ultima scadenza e come fare per mettersi in regola

La scadenza per produrre la documentazione corretta per l’Assegno Unico, in caso di omissioni o difformità nell’Isee, è il 31 dicembre 2023. Intervenendo per tempo sarà possibile recuperare le somme non erogate tra novembre e dicembre. Evitando quindi anche il rischio delle trattenute a conguaglio nel 2024. 

Per mettersi in regola le famiglie possono seguire tre strade. Presentare una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu) senza errori; richiedere al Caf la correzione della Dsu già inviata, a patto che l’errore sia stato commesso dal Caf; fornire all’Inps la documentazione adeguata che attesti la veridicità dei dati relativi all’Isee, in caso di omissioni o difformità. Per quanto riguarda invece il patrimonio mobiliare, è possibile presentare documentazione giustificativa: la documentazione dell’intermediario finanziario che provi la correttezza dei saldi e delle giacenze dei rapporti finanziari indicati nella Dsu (per esempio l’estratto conto; la denuncia presentata all’Autorità competente in cui si evince che il rapporto finanziario omesso in Dsu è stato aperto all’insaputa del titolare del rapporto; la documentazione rilasciata dall’intermediario finanziario che attesti la chiusura del rapporto finanziario omesso in Dsu negli anni precedenti a quello di riferimento (ad esempio, la chiusura di un conto corrente o la vendita di titoli.

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