Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo attuativo. L’assegno unico avrà decorrenza da marzo 2022
Via libera quasi definitivo all’assegno unico, che entrerà in vigore dal 2022. Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo attuativo e ora il provvedimento dovrà passare al vaglio delle commissioni competenti delle Camere.
“Secondo le stime, l’assegno unico riguarderà oltre 7 milioni di famiglie e poiché i dati certificano che metà delle famiglie ha meno di 15mila euro di Isee, circa la metà della platea potrà prendere la cifra massima”, riporta l’Ansa che sul tema ha interpellato Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia.
Come funziona
La nuova misura dovrebbe entrare in vigore a partire da marzo 2022 (leggi anche L’assegno unico slitta a marzo: da 50 a 180 euro a figlio), ma le domande si potranno presentare dal primo gennaio per un periodo che coprirà 12 mesi, da marzo a febbraio dell’anno successivo (ora l’assegno familiare da luglio a giugno).
A differenza dei vecchi assegni che erano parametrati al reddito, insieme alla domanda andrà presentata anche la dichiarazione Isee; chi la ometterà riceverà comunque l’assegno, ma al minimo.
Gli importi saranno parametrati all’Isee, con due limiti: sotto i 15mila euro di Isee per avere il massimo dei benefici, oltre i 40mila per avere almeno il minimo. Il contributo andrà dai 50 ai 175 euro al mese, mentre per i figli tra i 18 e i 21 anni scende tra 25 e 85 euro.
Sono inoltre previste una serie di maggiorazioni in base al numero di figli e alla presenza di disabili, e si terrà conto anche del fatto che entrambi i genitori lavorano. Nel dettaglio, a partire dal terzo figlio è prevista una maggiorazione tra i 15 e gli 85 euro a figlio in base all’Isee, mentre i nuclei con quattro figli o più riceveranno un’ulteriore maggiorazione forfettaria da 100 euro al mese. Se entrambi i genitori lavorano e l’Isee è basso, invece, si avranno altri 30 euro in più, che si azzerano oltre i 40mila euro. In più, Le mamme under 21 avranno diritto a una maggiorazione di 20 euro al mese.
L’assegno unico potrà essere richiesto da tutti i residenti da almeno due anni, compresi i cittadini extracomunitari.
Alcuni esempi
Un nucleo con Isee fino a 15mila euro riceverà 175 euro al mese con 1 figlio, 350 con due, 610 con tre e 970 con 4, che diventano 1.090 euro al mese se entrambi i genitori lavorano (30 euro per 4 figli, 120 euro in più). A questa cifra vanno aggiunti i 20 euro al mese a figlio in caso di mamma giovanissima.
I nuclei che superano i 40mila euro di Isee invece riceveranno 50 euro al mese con un figlio, 100 euro con due figli, 165 euro con tre figli, 330 euro con 4 figli. Anche in questo caso vanno aggiunti i 20 euro a figlio se la mamma ha meno di 21 anni, mentre non si avrà la maggiorazione per entrambi i genitori lavoratori.
Le famiglie con figli disabili riceveranno l’assegno unico senza limiti di età dei figli. Per i minorenni si riceveranno 105 euro al mese in più in caso di non autosufficienza, 95 euro in caso di disabilità grave e 85 euro in caso di disabilità media. In presenza di maggiorenni disabili e fino a 21 anni si riceveranno 50 euro al mese in più (che si sommano all’assegno previsto tra i 18 e i 21 anni), mentre oltre i 21 anni si continuerà a ricevere un assegno in base all’Isee, che andrà da 85 a 25 euro al mese.
Per la nuova misura, che assorbe i vecchi aiuti alla famiglia, dal bonus bebé agli assegni familiari, ci saranno circa 15 miliardi nel 2022, che saliranno progressivamente fino a 19 miliardi e mezzo a decorrere dal 2029.