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Bonus acqua potabile: quanto, come e a chi spetta

come risparmiare acqua

Credito d’imposta del 50% per chi acquista sistemi utili a migliorare la qualità dell’acqua del rubinetto in casa o in azienda

Via libera al bonus acqua potabile, il credito d’imposta previsto dalla Legge di Bilancio 2021 per chi acquista, per la casa o l’azienda, sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare. L’Agenzia delle Entrate ha infatti approvato le regole della misura il cui obiettivo è quello di ridurre il consumo di contenitori di plastica e per la quale sono stati stanziati 5 milioni di euro.

Il provvedimento ha definito i criteri e le modalità di fruizione del bonus e approvato il modello di comunicazione che i contribuenti devono trasmettere all’Agenzia dal primo al 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui hanno sostenuto la spesa. 

La prima finestra per comunicare le somme pagate nel corso del 2021 è febbraio 2022. L’importo delle spese sostenute deve essere documentato da una fattura elettronica o un documento commerciale in cui sia riportato il codice fiscale del soggetto che richiede il credito.

Bonus acqua potabile, a chi spetta e quanto vale

Possono farne richiesta professionisti, imprese e privati cittadini e riguarda le spese sostenute tra il primo gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022 per l’acquisto e l’installazione di sistemi che servono migliorare la qualità dell’acqua da bere dei rubinetti (filtrare, mineralizzare, raffreddare, gasare) e ridurre al tempo stesso il consumo di bottiglie di plastica.

Il credito d’imposta è pari al 50% della spesa sostenuta, fino a un massimo di 1.000 euro di spesa per ciascun immobile per le persone fisiche e di 5.000 euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale, per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali.

Bonus acqua potabile, come ottenerlo

Per documentare la spesa bisogna conservare la fattura elettronica o il documento commerciale in cui sia riportato il codice fiscale del richiedente il credito. I privati e coloro che non hanno un’impresa in regime di contabilità ordinaria dovranno aver pagato con un versamento bancario o postale oppure con altri sistemi di pagamento diversi dai contanti. In ogni caso, per le spese sostenute prima del 16 giugno (data di pubblicazione del provvedimento), è ammissibile qualunque tipo di pagamento, annotando il codice fiscale sui documenti che attestano la spesa.

L’ammontare delle spese agevolabili va comunicato all’Agenzia delle Entrate tra il primo febbraio e il 28 febbraio dell’anno successivo a quello di sostenimento del costo inviando il modello approvato con il Provvedimento tramite il servizio web disponibile nell’area riservata o i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate.

Quindi il bonus potrà essere utilizzato in compensazione tramite F24, oppure, per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo, anche nella dichiarazione dei redditi riferita all’anno della spesa e in quelle degli anni successivi fino al completo utilizzo del bonus.

Dal momento che la spesa totale per il credito non potrà superare i 5 milioni da parte dello Stato, ogni anno la percentuale del bonus riconosciuta a ciascun richiedente verrà calcolata mettendo in relazione il totale risultante da tutte le comunicazioni correttamente presentate con il tetto massimo previsto. Se sarà inferiore o uguale, il credito verrà riconosciuto al 100%.

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