Un trentenne dovrà aspettare di compiere 70 anni. Un quarantenne di averne 69. L’Inps ha aggiornato “Pensami”: le nuove funzioni
In pensione anticipata a 70 anni e a riposo per vecchiaia a 70 anni e sei mesi. Sempre che si abbiano contributi di almeno 46 anni e 4 mesi nel primo caso e oltre 20 anni nel secondo. È quanto accadrà a chi ha oggi 25 anni e ha iniziato a lavorare da un anno, stando al simulatore Inps “Pensami” appena aggiornato.
Pensioni, la nuova versione del simulatore Inps
L’Inps ha infatti reso disponibile sul proprio sito web una nuova versione del simulatore “Pensami – Pensione a misura”. Consente ai cittadini di calcolare le proprie prospettive pensionistiche senza la necessità di effettuare alcuna registrazione. Il simulatore può essere utilizzato inserendo pochi dati anagrafici e relativi alla contribuzione. E fornisce informazioni riguardanti le pensioni cui è possibile accedere sia nelle singole gestioni previdenziali, sia cumulando tutta la contribuzione. Non fornisce però non gli importi delle prestazioni.
La nuova versione di “Pensami” presenta un percorso semplificato per l’inserimento dei dati anagrafici e contributivi, la selezione di eventuali istituti aggiuntivi che potrebbero anticipare l’accesso alla pensione (riscatto titoli di studio universitari, periodi di lavoro all’estero, maternità fuori dal rapporto di lavoro, ecc.) e la visualizzazione dei possibili scenari pensionistici.
Sono inoltre stati realizzati video-tutorial per guidare l’utente durante il percorso, e una nuova funzione consulenziale per orientare le scelte dell’utente. Il simulatore sarà presto aggiornato rispetto alle ultime novità legislative previste dalla legge di Bilancio per il 2023. È stato inoltre previsto il rilascio prossimo di una versione App per dispositivi mobili. La nuova versione del servizio “Pensami” è raggiungibile dal sito internet dell’Istituto (www.inps.it) dalla homepage: “Prestazioni e servizi” > “Servizi” > “PensAMI – Simulatore scenari pensionistici”.
Pensione, per i giovani è un miraggio
Secondo il simulatore, dunque se gli anni di contributi sono meno di 20 anni ma più di 5 l’attesa per la pensione di vecchiaia si prolungherà fino a 74 anni e 10 mesi. Per i trentenni la situazione è di poco migliore con la pensione di vecchiaia per un lavoratore nato nel 1990 a 70 anni con 20 anni di contributi e a riposo con quella anticipata con 45 anni di contributi versati a prescindere dall’età.
Un uomo nato a gennaio 1982, quindi con poco più di 40 anni, che ha iniziato a lavorare nel 2010 a 28 anni potrà andare in pensione anticipata a 66 anni e due mesi qualora abbia versato almeno 20 anni di contributi e abbia maturato un importo di pensione superiore a 2,8 volte il minimo (adesso 1409,16 euro ma ovviamente da aggiornare). Altrimenti dovrà aspettare per la pensione di vecchiaia (sempre con 20 anni di contributi ma con assegno di 1,5 volte il minimo) i 69 anni e sei mesi. Se non è riuscito a versare 20 anni di contributi dovrà attendere i 73 anni e 9 mesi (con 5 anni di contributi). Per l’anticipata ci vorrebbero 45 anni e 7 mesi di contributi ma arriverebbe nel 2055 comunque a 73 anni e 9 mesi.
Non va molto meglio ai più anziani
Per una donna che ha ora poco più di 50 anni (nata a ottobre del 1972) che ha cominciato a lavorare a 25 anni la pensione anticipata se si ha un assegno di 2,8 volte il minimo. Ed è totalmente nel sistema contributivo (nessun contributo versato prima del 1966) arriverà a 65 anni e 4 mesi (sempre che si abbiano 20 anni di contributi). Se l’assegno è più basso (ma comunque superiore a 1,5 volte il minimo) dovrà aspettare la vecchiaia a 68 anni e 8 mesi nel 2041. Sempre nel 2041 si matura la pensione anticipata (43 anni e sei mesi di contributi). Mentre per quella di vecchiaia se non si hanno almeno 20 anni di contributi si dovranno attendere i 73 anni.
Per una donna nata a ottobre 1962, quindi con 60 anni appena compiuti che abbia cominciato a lavorare nel 1987 a 25 anni la pensione anticipata e di vecchiaia, se la contribuzione sarà continua, coincideranno e arriveranno il primo aprile del 2030 a 67 anni e 5 mesi o con 42 anni e tre mesi di contributi.