Rivalutazione al 7,3% per le pensioni fino a 2.101 euro. Per quelle oltre 4 volte il minimo, la perequazione dopo l’ok alla manovra
Per le pensioni arriva la rivalutazione anti inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi. A fugare ogni dubbio e fornire le cifre precise è l’Inps con la circolare n. 135 del 22 dicembre 2022. Per gli assegni fino a 2.101,52 euro lordi al mese arriverà quindi il recupero integrale del carovita che è stato fissato per il 2023 al 7,3%. Il trattamento minimo rivalutato al 2023 è pari a 563,74 euro.
Rivalutazione pensioni 2023
Nella circolare, l’Inps comunica la conclusione di tutte le attività di rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali. Attività propedeutiche al pagamento delle prestazioni previdenziali e assistenziali nell’anno 2023. E viene fornito il dettaglio delle operazioni effettuate. L’articolo 2 del decreto 10 novembre 2022 ha stabilito che la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2022 è determinata in misura pari al 7,3% dal 1° gennaio 2023.
“Il Disegno di Legge di Bilancio 2023 – si legge nella circolare – prevede interventi volti a rimodulare le modalità di attribuzione della rivalutazione automatica per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici superiori a quattro volte il trattamento minimo. Al fine di evitare la corresponsione di somme potenzialmente indebite, pertanto, la rivalutazione è stata attribuita in misura pari al 100% a tutti i beneficiari il cui importo cumulato di pensione sia compreso nel limite di quattro volte il trattamento minimo in pagamento nell’anno 2022”. Tale somma è appunto pari a 2.101,52 euro.
Per le pensioni più alte bisognerà aspettare la Manovra
Per le pensioni oltre questa cifra, pari a quattro volte il minimo, la perequazione arriverà invece una volta che sarà approvata la legge di bilancio 2023. La Manovra infatti chiarirà le percentuali di recupero dell’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi. la rivalutazione sarà attribuita sulla prima rata utile dopo l’approvazione della legge di bilancio 2023. La rivalutazione sarà attribuita sulla prima rata utile dopo l’ok alla Manovra.
La circolare descrive in dettaglio anche gli indici definitivi dei trattamenti minimi di pensioni per i lavoratori dipendenti e gli assegni vitalizi per il 2022. Riporta poi l’indice di rivalutazione provvisorio per l’anno 2023 e la modalità di attribuzione della rivalutazione provvisoria 2023. Ricordando che l’importo del trattamento minimo viene preso a base anche per l’individuazione dei limiti di riconoscimento delle prestazioni collegate al reddito.
Inoltre, vengono fornite le tabelle con gli importi del trattamento minimo, delle prestazioni assistenziali e i limiti di reddito per il diritto alle diverse prestazioni collegate al reddito, costruiti come multipli dell’importo del trattamento minimo dell’anno 2023.
La pensione sociale sale a 414,76 euro al mese (5.391,88 annui) e l’assegno sociale a 503,27 euro (6.542,51 annui). I limiti reddituali salgono a 5.391,88 personali per la pensione sociale (18.577,24 coniugale) e a 6.542,51 per l’assegno sociale (13.085,02 coniugale). La misura della perequazione, definitiva per l’anno 2022 e previsionale per l’anno 2023, è stata applicata anche alle pensioni e agli assegni a favore dei mutilati, invalidi civili, ciechi civili e sordomuti mentre i limiti di reddito per il diritto alle pensioni in favore dei mutilati, invalidi civili totali, ciechi civili e sordomuti sono aumentati del 5,1%. L’Inps ricorda che, per l’anno 2023, l’età di accesso alla pensione di vecchiaia e all’assegno sociale è pari a 67 anni.
Pensioni, le date di pagamento
Le pensioni saranno pagate il 3 gennaio, secondo giorno bancabile dell’anno. Per le prestazioni previdenziali e assistenziali, il certificato di pensione per il 2022 sarà pubblicato tra i servizi on line disponibili sul sito istituzionale.