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Asset allocation di guerra: diversificazione e qualità 

Per Axa Im, la rotazione dal growth al value osservata da inizio anno potrebbe ora lasciare il posto a una rotazione verso settori più difensivi

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è stata una doccia fredda sui mercati, proprio quando le notizie sul fronte del Covid-19 stavano andando nella giusta direzione e i risultati societari mostravano di essere rimasti solidi. Ma secondo Gilles Guibout, gestore del fondo Axa Wf Framlington Italy di Axa Investment Managers, questa crisi non cambia, anzi rafforza, il suo approccio basato su una buona diversificazione all’interno del portafoglio per poter affrontare scenari diversi. Inoltre, rafforza alcuni trend già in atto, come quello della transizione energetica, che oggi oltre alla spinta del clima riceve una spinta dalla volontà di maggiore indipendenza energetica dell’eurozona. 

Quale impatto della crisi sul portafoglio? “Questa crisi rafforza, ancora una volta, alcuni trend che erano già in atto, come l’inflazione e la transizione energetica – spiega Guibout -. Innanzitutto rafforza il rischio inflattivo per l’aumento delle materie prime e dell’energia. Tuttavia, avevamo già incluso questo rischio, che ora appare più forte, nel nostro scenario di base. Il fatto che la crescita sia rivista al ribasso è negativo per il settore finanziario e per tutti i settori del consumo”. 

Anche il trend della transizione energetica sembra rafforzato. Se prima la spinta arrivava soprattutto dal clima, oggi secondo il gestore viene anche dal tema della sovranità dell’Europa (tagliare la dipendenza dal gas e dal petrolio russo). Dall’altro lato c’è il tema della difesa. “Questa crisi sarà ancora una volta un’opportunità per fare un ulteriore passo verso una maggiore integrazione europea, che significa ridurre il rischio politico che ha sempre pesato sulla costruzione europea”, evidenzia. 

“La crisi attuale quindi non cambia, anzi rafforza, il nostro approccio d’investimento, basato su una buona diversificazione all’interno del portafoglio per poter affrontare scenari diversi – afferma Guibout -. Ancora prima dello scoppio della guerra i punti d’incertezza erano tali che l’unico modo per non esservi esposti era quello di mantenere un approccio bilanciato del nostro portafoglio, in modo da poter affrontare qualsiasi nuovo sviluppo. Questo significa accettare anche di pagare prezzi alti per alcune società di qualità, al tempo stesso selezionando società più a buon mercato ma che offrono prospettive di miglioramento della profittabilità e del fatturato. Rimaniamo fedeli alla nostra strategia di investimento, puntando su società di qualità con bilanci solidi, con prospettive di crescita ed esposte a temi di lungo termine”. 

“Siamo selettivi nella scelta dei titoli e, pur continuando a privilegiare le società che offrono un reale potenziale di crescita del fatturato e/o dei margini – prosegue -, siamo anche alla ricerca di società che abbiano avviato un processo di trasformazione credibile del loro modello economico offrendo la prospettiva di un aumento della redditività e un potenziale di rivalutazione”. 

Cosa aspettarsi nelle prossime settimane? Per Guibout la volatilità del mercato dovrebbe restare alta dal momento che è difficile prevedere l’evoluzione dei mercati in una tale crisi geopolitica. I prezzi del petrolio e del gas faranno sicuramente da bussola per gli investitori tenuto conto dell’impatto probabile sul ritmo della crescita e sull’inflazione. La rotazione dallo stile growth a quello value osservata da inizio anno potrebbe, ora, lasciare il posto a una rotazione verso settori più difensivi per l’impatto macroeconomico che si farà sentire in Europa. 

“Infine, questa crisi dovrebbe rimettere in discussione le aspettative di un rialzo dei tassi sui mercati obbligazionari, che potrebbe avere un impatto negativo su alcuni settori, in particolare su quello finanziario – conclude -. Nel breve, è necessario seguire costantemente gli eventi sul fronte del conflitto in Ucraina per assicurarsi che non si estenda. Si tratta di vedere quale effetto avrà il rialzo dei prezzi sulla crescita economica e quale comportamento assumeranno gli investitori sui mercati”.

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