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Asset allocation, il rischio premia ancora

Bce

Generali Investments vede volatilità e possibili battute d’arresto all’orizzonte, ma mantiene un orientamento pro-rischio

Nonostante le turbolenze, il rischio è ancora un buon affare per gli investitori. Parola di Thomas Hempell, head of macro & market research di Generali Investments, secondo cui gli indicatori di crescita poco incoraggianti e l’attuale fase più matura del ciclo potrebbero preannunciare una maggiore volatilità e più frequenti battute d’arresto per gli asset rischiosi. 

“Ma con gli investitori che hanno già ridimensionato l’ottimismo e con l’espansione globale ancora forte, manteniamo un orientamento pro-rischio nelle nostre raccomandazioni tattiche”, afferma l’esperto, secondo cui gli utili aziendali ad oggi sono ancora rassicuranti. “Rendimenti reali in calo (di nuovo sotto il -1% a 10 anni per gli Usa) sostengono le valutazioni, con i premi per il rischio azionario che appaiono ancora favorevoli”, spiega.

Il credito, a detta dell’esperto,  è destinato ad estendere la sua comprovata resilienza per tutto l’anno. “Mentre gli spread risultano già stretti, una persistente ricerca di rendimento, la riduzione dei tassi d’insolvenza e il continuo sostegno politico della Bce fanno ben sperare”. Meglio stare cauti, secondo Hempell, sul segmento high yield, che risulta essere più rischioso, soprattutto nel mercato Usa tra l’incombente tapering Fed e una ripresa dell’attività di M&A.

“I rendimenti core sono orientati al rialzo, tra una crescita superiore al potenziale e le persistenti preoccupazioni per l’inflazione negli Stati Uniti – sottolinea -. Tuttavia, l’incombente confronto al Congresso Usa circa l’innalzamento del tetto del debito potrebbe richiedere al Tesoro di attingere ulteriormente ai suoi conti presso la Fed, invece di emettere obbligazioni”. 

“Qualsiasi aumento più netto dei rendimenti potrebbe anche rivelarsi controproducente, considerando la maggiore fragilità della ripresa, le preoccupazioni sulla sostenibilità del debito e i potenziali maggiori impatti sul risk sentiment e sulle condizioni finanziarie. Preferiamo quindi mantenere una posizione moderatamente corta rispetto alla duration obbligazionaria”, conclude l’esperto.

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