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Automotive, tre trend dirompenti da cavalcare

Per Pimco, entro 5-10 anni saranno evidenti i vincitori e i vinti della rivoluzione più significativa della storia dell’auto: il passaggio dai veicoli a combustione interna a quelli elettrici

Nei prossimi 10 anni l’industria automotive globale dovrebbe affrontare uno dei cambiamenti più significativi della sua storia: la sostituzione dei veicoli con motore a combustione interna (Ice) con veicoli elettrici (Ev). “I veicoli elettrici stanno vedendo una forte crescita anno su anno in alcuni mercati asiatici (28% in Corea del Sud e 76% in Cina), più del 40% negli Stati Uniti, e oltre il 100% in alcuni mercati europei. Prevediamo che l’industria vedrà tassi di crescita annuale composti a due cifre (Cagr) per il prossimo decennio”, afferma Charles Watford, credit analyst europe di Pimco.

Secondo l’analista, questa crescita, in particolare dei veicoli elettrici a batteria (Ben), porterà probabilmente a cambiamenti sostanziali nella catena del valore dell’automotive e presenterà sfide significative per gli attuali attori e i loro margini. “Molti incumbent dovranno affrontare un calo dei ricavi nelle aree principali – spiega -. D’altra parte, ci aspettiamo che i fornitori con una gamma di offerta di prodotti e una base di clienti diversificate, e quelli che si concentrano sui componenti indispensabili per gli Ev (come le batterie e i motori di trazione) siano più resistenti di alcuni dei produttori di apparecchiature originali (Oem). Dal nostro punto di vista saranno i probabili vincitori in questo panorama mutevole”.

Watford prevede poi che il passaggio dagli Ice ai Bev stimolerà tre principali tendenze dirompenti. Innanzitutto un maggiore potere contrattuale per i fornitori. “Si stima che il numero di componenti richiesti per i Bev sia inferiore del 30%-40% rispetto agli Ice, e il processo di produzione tende a essere più snello con meno fornitori coinvolti. Di conseguenza, la catena di fornitura diventerà probabilmente meno divisa su livelli e i fornitori vincenti dovrebbero avere più potere contrattuale con i piccoli Oem”.

Atro trend dirompente consiste in margini più bassi sia per gli Oem tradizionali che per i nuovi attori focalizzati sui veicoli elettrici. “I prezzi delle batterie e dei motori di trazione continueranno probabilmente a elevare i costi di produzione degli Ev nel breve termine. I Bev potrebbero non avvantaggiare i margini degli Oem tanto quanto quelli dei produttori di batterie Ev e dei fornitori di componenti specifici per Ev”, sottolinea l’analista.

Infine, terza tendenza, l’ulteriore consolidamento dell’industria automotive. “Abbiamo già iniziato a vedere il consolidamento tra i fornitori e gli Oem tradizionali, mentre alcuni fornitori focalizzati su Ice stanno uscendo dal mercato. Allo stesso tempo – assicura -, i Bev hanno meno barriere all’entrata (dato che non sono coinvolti tanti fornitori, i processi sono semplificati e meno complicati da coordinare) e permetteranno agli Oem che hanno una minore tradizione negli Ice e altri tipi di ibridi di competere. Per esempio, le case automobilistiche coreane e alcuni Oem cinesi stanno iniziando a concentrarsi sui Bev puri. Inoltre, ci aspettiamo che nuovi produttori di Ev puri entrino nel mercato”.

Watford prevede che i tassi di crescita dell’industria dei veicoli elettrici divergeranno da un mercato all’altro, guidati da normative, sussidi governativi, infrastrutture, mix di combustibili energetici, vantaggi locali e preferenze dei clienti. In paesi come il Giappone, ad esempio, dove le auto sono più comunemente usate per viaggi più brevi, i veicoli elettrici ibridi (Hev) funzionano bene come veicoli ad alta efficienza energetica e potrebbero essere preferiti dai consumatori. Infatti, gli Hev potrebbero essere l’opzione più ecologica nei Paesi in cui il mix di combustibili utilizzato dalle compagnie elettriche è ancora fortemente inclinato verso le fonti non rinnovabili nel periodo di transizione.

Un altro fattore che influenzerà la transizione e l’adozione dei veicoli elettrici è la politica dei governi. “Alcuni hanno fornito incentivi per scoraggiare gli Ice – argomenta l’analista -. Il governo sudcoreano è impegnato a sostenere le case automobilistiche locali (e il loro ecosistema) per essere i primi a muoversi nel campo delle auto ecologiche, in particolare i Bev. Di conseguenza, i veicoli elettrici potrebbero guadagnare quote di mercato più rapidamente. La Cina, d’altra parte, sta fornendo forti incentivi politici per i veicoli elettrici, mentre l’attuale capacità degli Oem di auto è orientata più verso gli Hev, guidata dalla preferenza dei consumatori. L’amministrazione Biden sta promuovendo i veicoli elettrici negli Stati Uniti e ci sono diverse proposte nel Congresso, tra cui il ripristino del credito d’imposta per gli Ev. In Europa, normative più severe (un obiettivo di emissioni di CO2 più aggressivo e l’inasprimento dei controlli sulle emissioni di particolato, ossido di azoto e monossido di carbonio) continueranno a fornire un vento di coda per l’industria Ev”.

Insomma, per i prossimi 5-10 anni le aziende dell’automotive saranno probabilmente costrette a combattere il vento contrario di un mercato Ice in contrazione compensato da una domanda Ev in rapido aumento. Questo periodo di cambiamento, secondo Watford, porterà alla definizione di vincitori e vinti mentre i vantaggi competitivi costruiti intorno agli Ice svaniranno quando si affermeranno nuovi player e acquisiranno quote di mercato.

“Se ci aspettiamo che questa tendenza secolare porti a una pressione sui margini per i player tradizionali, continuerà anche a creare opportunità di investimento a breve termine – aggiunge -. Nel 2021, la pressione secolare sui margini degli Oem tradizionali da parte dei veicoli elettrici è stata compensata da fattori concorrenti come la domanda repressa e le distorsioni della catena di approvvigionamento causate dai lockdown. Questo ha già causato una rapida ripresa dei margini, che ci aspettiamo continui per il resto dell’anno e nel 2022”.

Infine, nel medio-lungo termine, dato che le preoccupazioni sulle prestazioni dei veicoli elettrici stanno svanendo (come la durata della batteria, l’esperienza di guida e lo sviluppo della piattaforma), la crescita sarà guidata da fattori quali incentivi, norme, sussidi, vantaggi locali e preferenze dei clienti. “I probabili vincitori includeranno i fornitori di automobili che si concentrano su componenti specifici per i veicoli elettrici e che hanno costruito una scala in aree chiave e un maggiore potere contrattuale; gli Oem  tradizionali che hanno successo nella transizione e nel bilanciamento tra veicoli Ice e a nuova energia (compresi i veicoli elettrici); e i nuovi arrivati che sono in grado di crescere rapidamente. Gli investitori dovranno essere attenti a questi fattori per identificare i vincitori e i perdenti e riposizionare attivamente i loro portafogli per trarre vantaggio da queste opportunità”, conclude l’esperto Pimco.

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