Per Capital Group, non tutte le società biotech sono un investimento speculativo. Ce ne sono alcune con farmaci generatori di reddito sviluppati sulla base di tecnologie collaudate che sono redditizie
Investire in titoli biotecnologici significa davvero investire in società con utili attuali scarsi o nulli, nella convinzione che una manciata di farmaci promettenti possa alla fine trasformare il business? Secondo Steve Smith, investment director di Capital Group, la risposta potrebbe essere sia sì che no. “Il settore è certamente pieno di start-up che stanno bruciando mucchi di denaro nella speranza di diventare le nuove Pharmacyclics o Acerta Pharma, sviluppatrici rispettivamente dei rivoluzionari farmaci contro la leucemia Imbruvica e Calquence. Tuttavia, esistono anche società biotech che non appartengono al campo speculativo”, spiega.
Secondo l’esperto, si tratta di società multinazionali con farmaci commercializzati e un track record duraturo di redditività, nonché di aziende che stanno per immettere sul mercato nuove terapie basate su tecnologie consolidate. “Quest’ultimo gruppo – precisa – è particolarmente interessante, in quanto i nostri risultati hanno rivelato che investire in società biotecnologiche in fase di transizione verso un periodo di redditività sostenuta ha portato a rendimenti interessanti”.
A suo parere, due delle maggiori società biotecnologiche dell’Msci All Country World Index (ACWI), Regeneron Pharmaceuticals e Genmab, sono i primi esempi di questa osservazione. “Nel caso di entrambe le società – chiarisce – si è registrato un aumento significativo dei rendimenti azionari una volta che i loro Eps hanno iniziato ad avvicinarsi al territorio positivo. Per Regeneron, ciò è stato osservato nel 2011-2012 grazie al lancio di Eylea, un trattamento per la degenerazione maculare senile ‘umida’. Per Genmab, la tendenza è iniziata nel 2012-2013, quando ha concluso un accordo mondiale con Janssen per lo sviluppo e la commercializzazione del suo farmaco contro il mieloma multiplo Daratumumab”.
“I prodotti farmaceutici Alnylam – prosegue Smith – basati sull’interferenza dell’acido ribonucleico (RNAi), funzionano iniettando RNA nell’uomo con l’obiettivo di individuare un gene malfunzionante che causa una malattia e silenziarlo. L’efficacia dell’RNAi è già stata convalidata con quattro approvazioni di farmaci destinati a malattie legate a danni ai nervi, ai reni e al fegato, mentre Alnylam ha presentato alla Food and Drug Administration statunitense l’approvazione di Onpattro. Onpattro è stato sviluppato per il trattamento della cardiomiopatia, che potrebbe aprire un altro mercato significativo per Alnylam nel corso del decennio. Secondo le stime di Datastream, Alnylam dovrebbe essere positiva in termini di free cash flow nel 2024”.
Altro esempio è Seagen. “Focalizzata sull’oncologia – argomenta – questa società possiede attualmente quattro farmaci generatori di reddito contro il linfoma, il cancro al seno, alla cervice uterina e alla vescica, compresa la sua piattaforma di coniugati anticorpo-farmaco (Adc), potenzialmente rivoluzionaria. Gli Adc sono molecole complesse progettate per migliorare la capacità di bersaglio dei farmaci nei confronti dei tumori. La capacità di Seagen di combinare gli Adc con la chemioterapia potrebbe posizionare la tecnologia come componente chiave dei trattamenti antitumorali di prima linea, differenziando fortemente il suo portafoglio da quello degli altri trattamenti antitumorali presenti sul mercato. Si prevede che il free cash flow dell’azienda diventerà positivo entro il 2024, con un’acquisizione da 43 miliardi di dollari da parte di Pfizer in corso”.
Insomma, per Smith gli investimenti biotecnologici sono spesso associati a start-up ad alto rischio e ad alto rendimento, con asset in fase iniziale il cui percorso di sviluppo può essere pieno di incertezze. Tuttavia, non tutte le società biotech devono essere considerate un investimento speculativo. “Ci sono aziende del settore con farmaci generatori di reddito sviluppati sulla base di tecnologie collaudate e che sono redditizie. Per questo ci concentriamo su aziende biotech come queste, che potrebbero offrire un’interessante combinazione di crescita degli utili nel breve periodo e potenziale di crescita nel lungo periodo”, conclude.