Per Axa Im, la prospettiva di tassi più alti per un periodo più lungo rende difficile espandere significativamente il multiplo di valutazione nel breve termine
I mercati azionari hanno proseguito il calo iniziato durante l’estate sui timori scatenati dal rialzo dei tassi d’interesse e dall’intensificarsi dei rischi macroeconomici in Cina. Sotto l’effetto dei messaggi lanciati dalle banche centrali circa la scelta di contenere l’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi mantenendo alti i tassi, nonostante il moltiplicarsi dei segnali di rallentamento dell’economia, secondo Gilles Guibout, head of european equities di Axa Investment Managers, gli investitori hanno visibilmente cominciato ad adottare uno scenario di tassi più alti per un periodo più lungo di quanto inizialmente previsto. “La crescita dei prezzi del petrolio poi – aggiunge l’esperto – ha riportato le pressioni inflazionistiche al centro dell’attenzione, in un contesto di indebolimento per l’economia dell’Eurozona. Infatti, se negli Stati Uniti l’economia, anche se lentamente, continua a crescere, l’Europa si trova in una fase di debolezza ciclica. E mentre le previsioni sul Pil statunitense sono migliorate, quelle per l’Eurozona sono in ribasso, con il Pil stimato a +0,5%”.
Azionario: salgono energia e commodity, mentre le mid cap soffrono di più
Guibout sottolinea come i segnali di deterioramento dell’attività economica in Europa si siano moltiplicati e i tassi più alti abbiano aumentato la pressione sui governi nel processo di definizione delle loro leggi finanziarie, sollevando ancora una volta crescenti timori sulla sostenibilità del debito italiano e sulla coesione della zona euro. “A settembre – fa notare – l’indice DJ Eurostoxx dividendi reinvestiti ha perso il 3,12%. Nonostante questo contesto sfavorevole, i prezzi del petrolio sono aumentati a causa della riduzione nella produzione decisa da Russia e Arabia Saudita. I settori dell’energia e delle materie prime sono quindi sfuggiti al movimento ribassista che ha colpito gli altri settori. Similmente, i titoli bancari hanno potuto beneficiare del rialzo dei tassi d’interesse. Al contrario, i settori a lunga duration, come tecnologia, consumi durevoli, lusso e utilities hanno sofferto a causa di questo contesto di domanda in calo e tensioni sul mercato obbligazionario. Il calo più significativo è stato quello riportato dalle società a media capitalizzazione, rispetto a quelle a grande capitalizzazione”.
Aspettatevi ancora poca visibilità
Nonostante i multipli di valutazione leggermente inferiori alle medie a lungo termine, secondo l’esperto difficilmente si può prevedere una forte ripresa dei mercati azionari. “La prospettiva di tassi più alti per un periodo più lungo rende difficile espandere significativamente il multiplo di valutazione nel breve termine, mentre le prossime pubblicazioni trimestrali non dovrebbero lasciare molto spazio per una revisione al rialzo delle prospettive sugli utili, considerato il rallentamento economico in corso”, avverte.
Le banche centrali oggi parlano di tassi alti più a lungo. E non si può escludere che salgano ancora, con un’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi che resta ben oltre il target del 2% fissato dai banchieri centrali. “Riteniamo ancora che in questa fase la visibilità rimanga bassa. In questo contesto, quindi, restiamo fedeli alla nostra strategia di diversificazione e continuiamo a privilegiare le aziende che uniscono capacità di aggiustamento dei prezzi, buona visibilità sulle loro prospettive di crescita grazie all’esposizione a temi pluriennali promettenti e una solida struttura finanziaria”, conclude quindi Guibout.