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Azionario, titoli growth alla riscossa

Per Federated Hermes, il mercato tornerà a privilegiare i titoli growth rispetto a quelli value. Ecco perché

Considerando l’ultimo meeting della Fed, gli aumenti cumulati dei tassi a partire da giugno rappresentano l’incremento più ampio in oltre 40 anni e mirano a contrastare l’accelerazione dell’inflazione, che sta raggiungendo i livelli più alti dal 1981. Un’inflazione così elevata è molto negativa per la crescita economica a lungo termine e per un’occupazione stabile. Secondo Geir Lode, head of global equities di Federated Hermes, la Federal Reserve sta segnalando al mercato che l’aumento dei tassi di interesse è destinato a durare ancora per qualche tempo, al fine di riportare l’inflazione fino all’obiettivo del 2%. 

“Powell ha sottolineato che il mercato del lavoro rimane solido e che lo scenario più probabile è ancora quello di un soft landing. Il mercato dei futures prevede tassi d’interesse molto più bassi nel 2023, in linea con le aspettative di una campagna della Fed efficace e relativamente rapida, che si dimostri in grado di stabilizzare l’inflazione”, spiega Lode, che sottolinea come resta da vedere se ciò potrà avvenire senza un significativo indebolimento del mercato del lavoro, come sostiene la Fed, contrariamente alla maggior parte delle volte in cui si è manifestato uno scenario di questo genere.

“Di recente i titoli growth hanno fatto decisamente meglio dei nomi value rispecchiando la visione del mercato di tassi d’interesse futuri più bassi. Riteniamo che le aziende con un bilancio solido, un forte controllo dei costi ed in grado di portare avanti una solida crescita del fatturato avranno risultati molto validi in questo contesto. Il mercato tornerà quindi a privilegiare i titoli growth rispetto a quelli value”.

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