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Azionario Usa, è l’ora di energia e gaming

Per Zest le elevate valutazioni del mercato americano iniziano a costituire motivo di cautela anche a fronte di risultati positivi. E l’aumento della volatilità potrebbe portare a vendite forzate

“Tra le classi interessanti del mercato statunitense in questa fase, vedo potenziale di rialzo su titoli energetici e principalmente sui raffinatori come Valero, che coniuga buona crescita e alta efficienza operativa a valutazioni ragionevoli. In parallelo, ci sono buone prospettive su titoli tra i consumi discrezionali legati a Casino&Gaming, come Las Vegas Sands, che beneficeranno della migliorata situazione pandemica in Asia nonché delle opportunità derivanti dall’online gaming”. È la view di Pasquale Corvino, gestore di Zest, secondo cui le elevate valutazioni dell’azionario americano iniziano a costituire motivo di cautela anche a fronte di risultati positivi.

“A oggi oltre il 60% delle società statunitensi hanno pubblicato i risultati trimestrali mostrando risultati superiori alle aspettative – osserva -. Analizzando i dati risulta che a livello di utili per azione l’86% delle società ha battuto le stime con una magnitudine tra utili attesi e realizzati che ha toccato quasi il 23%. Tutto ciò ha portato alla crescita degli utili annuali al livello record del 46% grazie alla forte crescita e alla bassissima base di partenza. Anche i fatturati sono stati superiori alle attese per il 78% delle società. Nonostante questo, in aggregato le reazioni dei singoli titoli alle trimestrali è stata misurata in termini di incremento dei prezzi, a testimonianza che le elevate valutazioni iniziano a costituire motivo di cautela anche a fronte di risultati positivi”.

Guardando al futuro, per il gestore anche il prossimo trimestre presenta uno scenario simile: basse aspettative, raffronti favorevoli rispetto allo scorso anno, ma valutazioni ancora elevate. “Il mercato sta scontando come strutturali o comunque sostenibili nei trimestri futuri i tassi di crescita recentemente osservati, a seguito dei rimbalzi dalla fase pandemica più acuta, quando  invece andrebbero considerati come transitori e irripetibili in condizioni  normalizzate”, afferma, sottolineando come i prossimi mesi saranno fondamentali  per valutare la consistenza della ripresa economica e la capacità delle leve monetarie e fiscali di soddisfare le aspettative incorporate nei prezzi di mercato, che al momento appaiono elevate e scontano uno scenario estremamente positivo.

“Intanto la volatilità nell’ultimo anno si è costantemente ridotta e meno volatilità significa maggiori posizioni a leva – conclude Corvino -. Se aumenta la volatilità il broker richiede maggiori margini e questo potrebbe far scattare delle vendite forzate in una situazione di eccessi. Se l’aumento della volatilità avviene gradualmente le posizioni vengono gestite, se dovessero esserci movimenti violenti allora scattano smobilizzi simultanei con pesanti effetti sul mercato. Nelle ultime settimane il Vvix, vale a dire la volatilità della volatilità, è tornato a salire”.

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