Parola di Cirdan Capital, che vede entro la fine del 2022 un incremento dei circa il 12% rispetto ai valori attuali, nonostante Fed e Ucraina. L’analisi
“Attualmente, il mercato azionario sembra principalmente influenzato da fattori di politica monetaria e geopolitici, ma, nonostante ciò, la nostra previsione sull’S&P500 è che possa raggiungere quota USD 4.900 per la fine del 2022, ovvero un incremento del circa 12% rispetto ai valori attuali”. A dirlo è Marco Oprandi, head of cross asset solutions di Cirdan Capital, che spiega come tali stime tengano in considerazione l’atteso aumento dei tassi d’interesse da parte della Fed per domare i rampanti livelli inflazionistici e anche i fattori geopolitici come la situazione in Ucraina e gli attriti tra Stati Uniti, Cina e Russia che incrementano livelli di incertezza nel mercato.
“Nonostante ciò – chiarisce -, stimiamo che l’S&P500 possa raggiungere una ‘vetta inesplorata’, ovvero quota usd 4.900 in un contesto in cui rendimenti reali sui titoli di stato statunitensi, che sono attualmente intorno a 50 punti base negativi, possano raggiungere i -15 punti base, lo scenario che stimiamo essere più plausibile”.
“D’altro canto – precisa però Oprandi -, avremmo una visione maggiormente conservativa qualora dovesse verificarsi uno scenario più ‘estremo’ e meno probabile, dove i rendimenti reali da -50 punti base possano effettivamente raggiungere un livello intorno dello zero. Per quest’ultimo, prevediamo che l’S&P500 possa posizionarsi intorno a usd 4.700 per la fine del 2022, evento che rappresenterebbe un incremento di circa +8% rispetto ai livelli attuali”.
Nonostante si stia assistendo all’influenza dei fattori ‘esogeni’, quali l’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi e l’instabilità geopolitica, secondo Oprandi il 2022 può rappresentare per le società americane un’opportunità in cui raggiungere un livello significativo di utili. Infatti, il 2021 è stato un anno più difficile per le imprese rispetto all’atteso 2022, poiché erano vi erano fattori ‘endogeni’ che mettevano a dura prova l’operatività di aziende di produzione e di servizi. Ad esempio, il Covid e le sue varianti, il picco nei prezzi delle commodities, la scarsità della forza lavoro e l’interruzione della supply chain hanno tutti assieme contribuito negativamente allo sviluppo economico globale durante il 2021.
“Tuttavia – conclude -, crediamo che tali fattori, seppur presenti anche in questa primo trimestre del 2022, stiano scemando sempre più dando la possibilità alle imprese di tornare alla ‘normalità’ operativa pre-pandemica. Alla luce di questi elementi, reputiamo che la crescita degli utili si aggirerà attorno al +8% in Us per la fine del 2022 e al +6% per il 2023”.