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Certificati, da Bnp Paribas una nuova gamma per puntare sull’Ai

I nuovi turbo unlimited consentono di investire a leva sui titoli delle principali aziende operanti nell’ambito dell’intelligenza artificiale, come Nvidia, Microsoft, Alphabet e Meta

Bnp Paribas ha allargato ulteriormente la propria gamma di turbo unlimited certificate con una nuova emissione su alcuni dei principali protagonisti in tema di intelligenza artificiale, puntando su aziende come Nvidia, Microsoft, Alphabet, Meta, Amazon, Global Foundries, Dynatrace, Uipat, Micron Technologies, C3.AI, Relx e NetApp. 

Il tema dell’intelligenza artificiale è attualmente uno dei principali driver di crescita sul mercato dei capitali, con l’indice Nasdaq che nei primi sei mesi del 2023 ha registrato una performance del +36,5%. A distinguersi in particolare sono proprio quelle aziende che hanno deciso di investire sull’AI. E il suo contributo sull’economia globale si prevede non sarà da meno: con riferimento alle applicazioni dell’intelligenza artificiale generativa nei diversi settori, McKinsey ha stimato il valore aggiunto che questa tecnologia potrebbe apportare in un range compreso tra i 2,6 a 4,4 migliaia di miliardi di dollari all’anno, cifra che corrisponde all’intero Pil del Regno Unito.

Investire nell’AI tramite i turbo unlimited certificate significa avere la possibilità di amplificare i movimenti del sottostante grazie all’utilizzo della leva finanziaria dinamica, per tutto il tempo che l’investitore ritiene opportuno. Con i turbo unlimited, l’investitore decide la leva al momento dell’acquisto del prodotto, e questa resta invariata fino alla chiusura della posizione. Questo significa che, a differenza dei certificati o Etf a leva fissa, i turbo unlimited certificate sono adatti anche a investimenti a leva multigiornaliera, poiché non risentono dell’effetto dell’interesse composto tipico dei prodotti a leva fissa, dovuto al ricalcolo della leva stessa su base giornaliera.

I certificati turbo unlimited sono negoziabili sul mercato SeDeX di Borsa Italiana, sono adatti a strategie di trading e di copertura del portafoglio e consentono di investire a leva sfruttando la possibilità di prendere posizione al rialzo (turbo unlimited long) o al ribasso (turbo unlimited short), con un minor impiego di capitale. Permettono quindi di esporsi ad azioni americane da qualunque banca/intermediario finanziario negoziando su Borsa Italiana e quindi con commissioni di negoziazione più contenute rispetto all’accesso ai mercati americani e senza necessità di avere un conto in valuta. Il prezzo teorico del turbo unlimited long riflette la differenza tra la quotazione del sottostante e il livello dello strike, ossia il valore del sottostante stabilito all’inizio della vita del prodotto che determina l’effetto leva. In maniera speculare, per calcolare il prezzo teorico dei turbo unlimited short si considera la differenza tra lo strike e la quotazione del sottostante.

Nei turbo unlimited lo strike corrisponde con la barriera disattivante, valore che viene aggiornato giornalmente in base al costo del finanziamento: una volta raggiunta, il valore del certificate si azzera. Questa barriera può però essere anche considerata come uno “stop loss automatico”, per cui non è possibile perdere oltre il capitale investito. La liquidità dei turbo unlimited certificate è garantita dalla presenza di Bnp Paribas in qualità di market maker: in ogni momento è possibile comprare e rivendere il certificate senza attendere la data di scadenza da qualsiasi banca o intermediario finanziario.

“Abbiamo deciso di allargare la gamma dei turbo unlimited a diversi titoli del settore dell’intelligenza artificiale, che ha trainato la crescita del Nasdaq negli ultimi mesi – ha spiegato Nevia Gregorini, head of exchange traded solutions di Bnp Paribas Corporate & Institutional Banking -. Con quest’ultima emissione che ha come sottostanti selezionate società tecnologiche americane, gli investitori hanno la possibilità di impiegare solo una parte del capitale che avrebbe dovuto utilizzare nel caso di un investimento diretto nel sottostante e di puntare su titoli esteri con costi di negoziazione ridotti e senza necessità di avere un conto in valuta”.

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