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Cina, gli investitori sono troppo pessimisti

Per Neuberger Berman, dopo l’attuazione di una serie di misure di stimolo, la motivazione per persistere in una visione ribassista a breve termine sulla Cina ha perso validità

Con l’accelerazione degli stimoli in diversi settori, l’economia cinese sta mostrando i primi segni di ripresa, il che, secondo Ning Meng, portfolio manager del fondo China A Share Equity di Neuberger Berman, fa ben sperare per il mercato delle azioni A. Per la maggior parte del 2023, il sentiment nei confronti del mercato azionario cinese è stato debole. Per l’esperto ciò è dovuto a quattro elementi: una ripresa economica più debole del previsto, la delusione per la mancanza di politiche di stimolo su larga scala, le tensioni geopolitiche e le preoccupazioni per il mercato immobiliare, oltre che a questioni strutturali di più lungo termine. 

“A nostro avviso – spiega quindi Meng – quest’ultimo aspetto richiederà un po’ di tempo per essere compreso meglio. Per quanto riguarda il breve termine, sebbene sia ragionevole preoccuparsi in un’economia che langue, riteniamo che gli investitori possano aver reagito in modo eccessivo ai recenti dati negativi, generando un sentiment pessimistico che ha influito negativamente sul mercato azionario”.

Secondo il portfolio manager è importante notare che negli ultimi mesi il governo cinese ha accelerato il ritmo degli stimoli. “Nel settore immobiliare, sono stati abbassati i coefficienti di acconto dei mutui sia per l’acquisto della prima sia della seconda casa – evidenzia -. Si tratta della prima misura di allentamento a livello nazionale in questo settore dal 2015 e ciò è considerato una prova della volontà del governo di stabilizzare l’economia. La Cina, inoltre, ha allentato le linee guida per le compagnie assicurative che investono in azioni nazionali, ha dimezzato l’imposta di bollo sulle transazioni azionarie e ha incoraggiato il pagamento dei dividendi per stimolare il mercato azionario”.

Sulla scia di queste misure, a suo parere si cominciano a vedere alcuni segnali positivi. Ad esempio, l’attività industriale cinese è tornata ad espandersi in agosto, come mostra il Caixin/S&P Global Manufacturing PMI. Oltre alle strategie economiche, la Cina e gli Stati Uniti hanno istituito gruppi di lavoro economici e finanziari nel tentativo di stabilizzare i legami.

Secondo Meng, quindi, la motivazione per persistere in una visione ribassista a breve termine sulla Cina ha perso la propria validità dopo l’attuazione di una serie di misure che hanno affrontato le principali aree di preoccupazione, considerando che la delusione politica è stata presumibilmente il principale catalizzatore della flessione del mercato fino a quest’anno. “Riteniamo che siano in arrivo altre mosse politiche per sostenere ulteriormente l’economia- spiega – tra cui la possibilità per i governi locali di emettere obbligazioni speciali di rifinanziamento, sussidi per stimolare i consumi, possibili ulteriori tagli ai tassi d’interesse e maggiori politiche di sostegno alle imprese private, come tagli alle tasse e alle imposte”.

Il portfolio manager fa notare che la politica in genere precede le risposte del mercato e tali risposte possono anche guidare il rilancio dei fondamentali economici. “Non è scontato che il mercato tocchi immediatamente il fondo: la flessione spesso comporta un’inerzia intrinseca. Crediamo però che questa sia una fase interessante per riposizionare i portafogli azionari globali, soprattutto se si considera che la valutazione del mercato cinese delle azioni A si aggira intorno ai minimi storici”, conclude.

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