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Cina, il ritorno del Covid zavorra la crescita

La politica monetaria e fiscale dovrebbe sostenere l’attività economica, ma la nuova ondata non mostra per ora segni di avvicinarsi al picco. L’analisi di Mirabaud Am

In Cina, le conseguenze della nuova ondata di Covid-19 stanno già colpendo la fiducia delle imprese. Lo sottolinea Gero Jung, chief economist di Mirabaud Am, che evidenzia come a marzo gli indici dei direttori agli acquisti compositi pubblicati dall’Ufficio nazionale di statistica sono scesi in territorio di contrazione, dopo un calo sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi.

“L’indice dei direttori agli acquisti manifatturiero pubblicato da Markit ha registrato il più rapido calo nella produzione e nelle nuove attività dall’inizio della pandemia a febbraio 2020 – fa notare Jung -. La domanda sia interna che estera è diminuita, mentre i tempi di consegna hanno continuato ad allungarsi a causa delle interruzioni delle operazioni commerciali e della logistica. Le pressioni inflazionistiche sono aumentate”.

Alla luce di tutto questo, dunque, l’economista ritiene che le prospettive a breve termine per la Cina siano ora incerte. “La politica monetaria e fiscale dovrebbe sostenere l’attività economica, ma la nuova ondata non mostra per il momento segni di avvicinarsi al picco, e il lockdown deciso a Shanghai è stato prolungato fino a nuovo avviso”, avverte. 

“Sul fronte finanziario – conclude Jung -, le autorità cinesi hanno chiarito la propria posizione in merito alla controversia legata agli audit per gli adr negli Stati Uniti, autorizzando l’ispezione da parte degli organismi di regolamentazione dei titoli. Si tratta di un segnale della disponibilità della Cina a cooperare con la Sec per evitare il delisting degli adr cinesi dalla borsa di New York”.

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