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Cina, puntare su energia verde e “tecnologia solida”

Pimco vede almeno tre ragioni per non allarmarsi di fronte alla rivoluzione di Pechino. Che genererà numerose opportunità per gli investitori

Con la ripresa della crescita cinese ben avviata, le riforme strutturali e la “prevenzione dei rischi” hanno riacquistato la priorità. Ciò sta guidando la recente tempesta normativa in Cina, che ha colpito una vasta gamma di settori, dalla tecnologia alla chirurgia estetica, all’insegnamento privato, spaventando non poco gli investitori. Ma per Carol Liao e Stephen Chang, rispettivamente china economist e portfolio manager Asia di Pimco, anche se potrebbe esserci qualche dolore nel breve periodo, come la volatilità dei mercati finanziari e la moderazione della crescita, questi cambiamenti politici, se ben implementati, potrebbero portare un guadagno nel lungo periodo. 

“I potenziali benefici potrebbero includere un ambiente di mercato adeguatamente regolato, meno attività speculative e scappatoie politiche, così come un modello di crescita più inclusivo e sostenibile”, assicurano, specificando che le preoccupazioni per l’efficienza economica e l’indebolimento del settore privato potrebbero essere esagerate per tre ragioni.

La prima è che la prosperità comune non significa uguaglianza assoluta, ma crescita inclusiva. “La Cina è preoccupata per il divario di reddito tra i propri cittadini più ricchi e quelli più poveri. I dati ufficiali dell’Ufficio Nazionale di Statistica mostrano che il 20% più ricco dei cinesi aveva un reddito medio disponibile di oltre 80.000 yuan (12.000 dollari americani) nel 2020, oltre 10 volte quello che guadagnava il 20% più povero – spiegano i due esperti Pimco -. La crescente disuguaglianza di reddito è un fenomeno globale, che, negli ultimi anni, ha scatenato ondate di disordini sociali. Impegnata nell’armonia sociale, l’obiettivo della Cina è quello di sviluppare una distribuzione del reddito più ‘a forma di oliva’, guardando al ceto medio. Le politiche si concentreranno sul miglioramento del sistema di welfare sociale (comprese le pensioni, l’assistenza sanitaria e gli alloggi), garantendo un accesso equo all’istruzione e promuovendo la mobilità verso l’alto”.

I recenti cambiamenti normativi mirano proprio a bilanciare equità ed efficienza. Per esempio, il giro di vite sulle ripetizioni private è integrato da un aumento delle risorse per le scuole pubbliche e da servizi di assistenza all’infanzia a basso costo, di cui potrebbero beneficiare le famiglie a basso reddito e i genitori che lavorano. “Il governo ha chiarito che la prosperità comune non riguarda l’equa distribuzione della ricchezza, ma concerne il benessere condiviso da tutti, sia in termini materiali sia culturali: un piano che avanzerà gradualmente – proseguono Liao e Chang -. La crescita è ancora importante, con le autorità che si impegnano a raddoppiare il Pil entro il 2035. Tuttavia, è necessario un ragionevole aggiustamento della distribuzione del reddito per garantire che la crescita sia più inclusiva e che meno persone siano lasciate indietro. Questo potrebbe aiutare a mantenere la stabilità sociale e garantire una crescita più sostenibile nel lungo periodo”.

Seconda ragione per non agitarsi troppo è che anche il settore pubblico è soggetto a normative più stringenti. Il governo ha infatti lavorato per interrompere la garanzia tacita delle imprese statali (Soe) e per ridurre la leva finanziaria. “L’indice di insolvenza delle Soe, sebbene ancora molto più basso dei loro pari privati, è aumentato notevolmente negli ultimi anni – evidenziano i due esperti -. Le inadempienze obbligazionarie delle aziende cinesi ammontavano a 62,59 miliardi di yuan (9,67 miliardi di dollari) nella prima metà del 2021, la più alta di sempre, secondo Fitch Ratings. Le Soe hanno contribuito a più della metà delle inadempienze, per un totale di 36,65 miliardi di yuan.

Dall’inizio di quest’anno, la Cina ha intensificato il controllo e le restrizioni sui prestiti ai veicoli di finanziamento del governo locale (Lgfv) per contenere il debito dei governi locali. Il governo, negli ultimi anni, ha già limitato lo stipendio dei dirigenti delle Soe e la campagna anti-corruzione ha tenuto i dipendenti del settore pubblico sotto stretto controllo”.

Inoltre, i vertici di Pechino hanno recentemente inviato messaggi forti per rassicurare le imprese private sul sostegno da parte del governo. Hanno riaffermato l’importanza dell’economia privata, che costituisce più del 50% delle entrate fiscali totali, il 60% del Pil del paese, il 70% dell’innovazione tecnologica cinese, l’80% dell’occupazione urbana e il 90% delle imprese. “Il sostegno alle piccole e medie imprese è stato un obiettivo politico negli ultimi anni attraverso iniziative monetarie, fiscali e altre iniziative amministrative”, sottolineano.

Infine, terza ragione, la maggior parte dei recenti cambiamenti politici in Cina sono coerenti con le tendenze globali. “I cambiamenti politici includono il rafforzamento delle norme antitrust, il miglioramento della protezione dei dati, la riduzione della disuguaglianza di reddito e il miglioramento della mobilità delle classi sociali, sullo sfondo di uno sviluppo tecnologico esplosivo e l’aumento del populismo e del protezionismo in tutti i continenti. La Cina sta tentando di mettere a punto una soluzione a queste sfide”, assicurano Liao e Chang.

Quali sono però le implicazioni per i portafogli di questa rivoluzione? Secondo i due esperti le azioni normative del governo potrebbero pesare sulla crescita nel breve periodo, ma un adeguato sostegno monetario e fiscale, così come una domanda esterna resiliente, potrebbero mantenere la crescita intorno all’8% per il 2021. “La classe politica ha anche assicurato che la liquidità rimarrà forte tagliando il coefficiente di riserva obbligatoria delle banche cinesi di 50 punti base a luglio, liberando circa 1 trilione di yuan (154 miliardi di dollari Usa) – fanno notare -. Crediamo che questo agisca come parziale compensazione alla politica di restrizione per alcuni settori chiave e dovrebbe essere costruttivo per la nostra tendenza a sovrappesare la duration in Cina”.

La direzione dello yuan cinese invece è meno chiara. Il vento favorevole derivante dalla robusta performance delle esportazioni ha portato la valuta a rafforzarsi ai massimi pluriennali contro il paniere di dollari del China Foreign Exchange Trade System, mentre la politica monetaria propende ora per un allentamento della liquidità. “Gli afflussi esteri verso il mercato obbligazionario cinese rimangono positivi, con un ulteriore supporto dall’inclusione a novembre dei titoli di stato cinesi nell’indice Ftse World Government Bond – sottolineano -. Questo dovrebbe compensare il sentiment più debole dalla performance dei prezzi azionari a causa dei titoli normativi”.

“Inoltre – concludono Liao e Chang -, mentre la spinta per la prosperità comune ha intensificato l’incertezza in alcuni settori, crediamo che le opportunità emergeranno in altri settori, come l’energia verde e la ‘tecnologia solida’ (come semiconduttori, aerospaziale e biotecnologia), che sono allineati con gli obiettivi di sviluppo nazionale della Cina. Questo è un ambiente che fornisce opportunità per i gestori attivi basati su una rigorosa gestione del rischio. Nel lungo periodo, un ambiente commerciale adeguatamente regolamentato probabilmente beneficerà tutti gli investitori, riducendo le vulnerabilità del sistema e garantendo un percorso di crescita sostenibile”.

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