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Cina verso una ripresa accidentata

Secondo Generali Investments, il cambio di strategia contro il Covid non basterà a risollevare completamente il Pil. E la crescita quest’anno si fermerà al 3,5%

Dopo aver rimosso i lockdown generalizzati per contrastare la diffusione del Covid, la Cina ha già registrato alcune parziali battute d’arresto nella lotta contro il virus. Per evitare un’altra catastrofe, Pechino ha cambiato la sua strategia ‘zero-Covid’, passando dai test di massa ai test regolari. La logica è quella di individuare precocemente le nuove infezioni e quindi di circoscrivere rapidamente qualsiasi focolaio. Le autorità hanno attribuito la massima priorità a questa strategia, anche se non c’è garanzia che funzioni.

“Dal punto di vista economico – osserva Christoph Siepmann, senior economist di Generali Investments -, le misure di blocco limiteranno probabilmente la crescita del Pil del secondo trimestre a circa l’1% yoy, dopo il 4,8% del primo trimestre. Nell’ipotesi che la strategia Covid sia complessivamente efficace e che i contraccolpi siano limitati solo a livello locale, ci aspettiamo comunque una ripresa accidentata. I dati più recenti supportano questa visione: la crescita della produzione è già leggermente positiva, mentre i consumi sono in ritardo. Il governo sosterrà la crescita con una serie di misure, con le iniziative al momento note di politica fiscale che ammontano a circa l’1,7% del Pil”.

Per Siepmann, gli investimenti infrastrutturali svolgeranno un ruolo importante e i governi locali hanno già intensificato l’emissione di obbligazioni mentre il settore immobiliare, ancora malconcio, ha ricevuto aiuto dalla People’s Bank of China. 

“È probabile che arrivino altre misure monetarie, come il taglio di 10 bps del tasso sui prestiti a medio termine, o una riduzione di 25 punti del coefficiente di riserva per le banche. Complessivamente, riteniamo che la crescita raggiungerà il 3,5% quest’anno, molto al di sotto dell’obiettivo ufficiale del 5,5%”, conclude.

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