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Come investire con tassi in salita

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Per Ubs Wm Italy, sui mercati azionari meglio investire in strategie di protezione del capitale e nei titoli value. Nell’obbligazionario sono da preferire i titoli di alta qualità e investment grade

Dopo la Banca centrale europea, anche la Federal Reserve ha effettuato un altro maxi-aumento dei tassi da 75 punti base la scorsa settimana. Il presidente Jerome Powell ha indicato che c’è ancora “parecchia strada da fare” nella lotta contro l’inflazione e che, stando ai dati più recenti, “il livello finale dei tassi d’interesse sarà più alto del previsto”. La riunione di politica monetaria si è tenuta il giorno dopo la pubblicazione dei dati sull’occupazione, che hanno certificato l’aumento delle offerte di lavoro di 437 mila unità a settembre, mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 3,5%, il livello più basso da 50 anni.

“In altri termini, negli Stati Uniti ci sono 1,9 posti di lavoro vacanti per ogni disoccupato, un segnale di surriscaldamento dell’economia e di probabili ulteriori aumenti salariali. La decisione della Fed e le indicazioni fornite durante la conferenza stampa suggeriscono che sia ancora presto per posizionarsi su una svolta accomodante della politica monetaria”, commenta Matteo Ramenghi, chief investment officer Ubs Wm Italy.

Negli Stati Uniti l’inflazione è dovuta alla domanda interna e richiederà tempo per essere frenata. In Europa l’inflazione è spinta soprattutto dalle importazioni di materie prime energetiche e pertanto non è facilmente prevedibile. Nel complesso, secondo Ramenghi probabilmente non ci sono ancora le condizioni necessarie per un rally duraturo dei mercati azionari. “La Fed e le altre banche centrali principali continueranno verosimilmente ad alzare i tassi fino al primo trimestre 2023 – afferma -; la crescita economica decelererà ulteriormente fino all’inizio dell’anno prossimo; e i mercati finanziari sono esposti a ulteriori tensioni nelle fasi d’inasprimento delle politiche monetarie. Le preoccupazioni non si fermano certamente a inflazione e tassi. La situazione geopolitica è tesa come durante la guerra fredda: non si intravede la fine del conflitto in Ucraina e anche i rapporti tra Stati Uniti e Cina sono ai minimi storici”.

Nessuno sa ovviamente se le banche centrali ammorbidiranno il loro approccio man mano che i dati economici si indeboliranno. “In passato – osserva l’esperto -, la Federal Reserve ha abituato i mercati a un approccio pragmatico e a veloci cambi di direzione. La percezione degli investitori è diversa per quanto riguarda la Bce, che risente di visioni più eterogenee e di un mandato più focalizzato sull’inflazione. D’altra parte, come si è visto a luglio e ad ottobre, gli investitori istituzionali sono posizionati prevalentemente per scenari negativi e basta quindi poco per avere un rimbalzo tecnico. Sono possibili dei recuperi periodici e per questo non ci sembra opportuno assumere una posizione netta a favore di un determinato scenario di breve termine, peraltro imprevedibile, mentre vediamo più favorevolmente una redistribuzione delle posizioni all’interno delle asset class per mitigare eventuali shock”.

Sui mercati azionari Ramenghi preferisce le strategie di protezione del capitale e i titoli value, che presentano valutazioni contenute, nonché quelli che distribuiscono buoni dividendi. “Privilegiamo i settori più difensivi, come sanità e beni di prima necessità, mentre le nostre aree meno preferite sono i titoli più esposti al ciclo economico e ai rialzi dei tassi: industriali e tecnologici – afferma -. La debolezza degli utili riportati da alcuni giganti della tecnologia nel terzo trimestre conferma come siano da preferire settori più difensivi. I rendimenti obbligazionari sono tornati a essere interessanti e probabilmente vicini al picco per questo ciclo economico”. 

“Nel reddito fisso preferiamo i titoli di alta qualità e investment grade rispetto all’high yield statunitense, che potrebbe risentire maggiormente di un rallentamento economico e di una minore liquidità. Sui mercati valutari puntiamo sulle valute rifugio, dollaro e franco svizzero, rispetto alla sterlina e all’euro”, conclude il chief investment officer Ubs Wm Italy.

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