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Conflitto Russia-Ucraina, gli impatti sulla Cina

Dal petrolio, alla criptovaluta sovrana fino a Taiwan: Gam fa il punto sulle possibili conseguenze per Pechino della guerra russa

Dopo un drammatico ciclo al ribasso negli ultimi 12 mesi, la Cina stava sovraperformando all’inizio dell’anno proprio quando la Fed ha iniziato a discutere di rialzi dei tassi. Questo mentre Pechino stava attraversando un ciclo di taglio dei tassi. Tuttavia, il conflitto Russia-Ucraina ha avuto un impatto negativo sui mercati globali e, alla fine di febbraio, la Cina era in calo del 6,7% da inizio anno, con un quadro analogo in Asia. Quali sono dunque i possibili impatti che la guerra in Europa potrebbe avere sul Paese asiatico? A questa domanda prova a rispondere Jian Shi Cortesi, investment director azionario Cina e Asia di Gam, secondo cui l’impatto principale deriva dall’aumento dei prezzi del petrolio. 

“Questo è particolarmente impegnativo per un Paese importatore di petrolio come l’India – sottolinea -. In termini di commercio internazionale, non ci aspettiamo che abbia un grande impatto in quanto l’esportazione della Cina verso la Russia è in realtà piuttosto piccola, dato che il Pil di Mosca è pari circa a quello di una grande provincia della Cina. D’altra parte, dato che la Russia viene boicottata da molti Paesi, potrebbe dipendere maggiormente dal commercio con la Cina”.

Inoltre, per l’esperto l’aumento del prezzo del petrolio ha portato a un’ulteriore spinta nella produzione di energie rinnovabili. “Questa è un’enorme opportunità per l’Asia e la Cina, dato che la regione è sede di gran parte della catena di approvvigionamento delle energie rinnovabili, tra cui attrezzature solari, turbine eoliche e batterie per veicoli elettrici”, osserva.

Altro effetto collaterale della situazione in Ucraina è che la Cina aumenterà gli investimenti nello sviluppo dell’e-cny, la sua criptovaluta sovrana. “Durante la guerra commerciale Cina-Usa, gli Stati Uniti hanno parlato di bandire la Cina dal sistema Swift, come hanno fatto con le banche russe. Mentre la Cina ha già lanciato l’e-cny, ora ha bisogno di lavorare sulla sua adozione. La criptovaluta permetterà all’acquirente e al venditore di uno scambio di regolare il commercio direttamente attraverso la blockchain senza passare attraverso la rete Swift o le banche internazionali di riferimento”, chiarisce Cortesi.

C’è poi la questione Taiwan. “La Repubblica Popolare Cinese, governata dal Partito Comunista Cinese, definisce il suo territorio come Cina più Taiwan, ma non controlla Taiwan. A Taiwan, la costituzione dice che è parte della Repubblica di Cina e definisce il suo territorio come Taiwan più la Cina continentale. Questo è il risultato dell’ultima guerra civile – spiega l’esperto -. Il Pcc crede, o desidera, che alla fine la Cina continentale e Taiwan possano essere riunite attraverso colloqui pacifici come quelli tra la Germania orientale e quella occidentale. Tuttavia, negli ultimi anni a Taiwan, alcuni politici hanno spinto per cambiare la costituzione per ridefinire Taiwan come un’entità sovrana separata, con il suo territorio che copre l’isola di Taiwan”. 

Per la Cina, questa è la questione di fondo, secondo Cortesi. “Se Taiwan dovesse farlo, il governo cinese ha detto apertamente che userebbe le forze militari per prendere il controllo di Taiwan. Questo metterebbe gli Stati Uniti in una situazione molto difficile, perché si troverebbero di fronte a due opzioni, combattere con la Cina o non fare nulla, e nessuna delle due è particolarmente attraente”, avverte.

Tuttavia, gli Stati Uniti hanno un’influenza molto forte su Taiwan e hanno una forte motivazione per impedire che cambi la costituzione, per permettere una pace duratura. “C’è una probabilità molto alta che questo atto di bilanciamento possa continuare, a nostro parere – aggiunge -. Guardando all’Ucraina, ciò che è preoccupante è che diverse parti possono calcolare male la situazione, portando a conseguenze indesiderate. Pertanto, vediamo un’alta probabilità di un mantenimento della pace nello Stretto di Taiwan, ma monitoreremo la situazione con attenzione. Se Taiwan dovesse decidere di cambiare la sua costituzione, sarebbe un segnale per andare in un posizionamento molto difensivo nei portafogli di investimento, a nostro parere”.

Per Cortesi potremmo anche assistere a un allentamento delle restrizioni della Cina in materia di Covid-19 nel corso del prossimo anno. “La mobilità interna ha già ampiamente recuperato, ma i viaggi internazionali sono ancora in gran parte bloccati, poiché le quarantene negli hotel rimangono in vigore per i passeggeri internazionali. La Cina è molto prudente e sta osservando gli sviluppi negli altri paesi, in attesa di prove concrete che il Covid-19 stia diventando endemico. Il tasso di mortalità per il Covid-19 è sceso allo 0,3%, sta diventando meno pericoloso e quindi ci aspettiamo di vedere qualche riapertura incrementale che crediamo dovrebbe beneficiare le compagnie di viaggi”, conclude.

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