Bitcoin ed Ether sono entrambi in rialzo del 50% rispetto all’anno scorso. Ecco perché e che cosa potrebbe accedere secondo J. Safra Sarasin
Dopo un lungo periodo di declino, iniziato alla fine del 2021, i crypto-asset hanno registrato una notevole ripresa dall’inizio di quest’anno. Il Bitcoin e l’Ether, che rappresentano circa i due terzi della capitalizzazione totale del mercato delle criptovalute, sono entrambi in rialzo del 50% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, secondo Claudio Wewel, Fx strategist di J. Safra Sarasin, alla luce dell’estrema volatilità che entrambe le criptovalute hanno mostrato nel corso degli anni, si potrebbe dire che, in base agli standard storici, entrambi hanno scambiato in un intervallo relativamente ristretto negli ultimi 12 mesi. “Inoltre, la correlazione tra Bitcoin ed Ether sembra essere diventata più stretta. A nostro avviso, ciò suggerisce che i crypto-asset sono essenzialmente guidati da forze molto simili, nonostante le significative differenze nella loro configurazione tecnologica”, afferma.
Osservando gli ultimi 12 mesi, l’esperto sottolinea che il Bitcoin si è mosso in stretta sintonia con il dollaro Usa, toccando i minimi quando il biglietto verde ha raggiunto il picco nel quarto trimestre del 2022 e recuperando quando la moneta americana è scesa. “Sulla base di dati mensili che vanno dal 2015 a oggi – spiega – possiamo dire che in media un apprezzamento dell’1% del dollaro Usa ponderato per il trade si è tradotto in un calo del 15% del prezzo del Bitcoin e viceversa. L’analisi derivata dal nostro modello rivela due punti importanti. Il primo è che, sebbene statisticamente significativa, l’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi di break-even contribuisce solo in minima parte ai movimenti complessivi del Bitcoin. I rendimenti reali fanno anche peggio, il che rafforza la nostra opinione che il sostanziale grado di inasprimento monetario di per sé avrà solo poca importanza per il movimento dei crypto-asset, in futuro. La nostra analisi rivela anche che le azioniLe azioni sono titoli rappresentativi del capitale di una so... Leggi tech costituiscono il secondo fattore di fondo più importante per il Bitcoin, anche se in misura minore rispetto al dollaro. Tuttavia, possiamo notare che il Bitcoin ha iniziato a divergere dai titoli azionari del settore tecnologico.”
“Per definizione – prosegue Wewel – la modellizzazione del Bitcoin in un quadro macro trascura il fatto che i crypto-asset sono stati a lungo guidati prevalentemente da eventi ed episodi diversi da ciò che accade sul fronte macro. Nel corso dei suoi 14 anni di storia, il Bitcoin ha subito una serie di crolli e mercati ribassisti. Tra questi, il furto di 850.000 bitcoin dall’ex exchange di criptovalute Mt Gox, con sede a Tokyo, ha rappresentato senza dubbio il più feroce, facendo crollare il Bitcoin da 32 dollari a soli 0,01 dollari nel giro di pochi giorni nel giugno 2011. In questo contesto, eventi più recenti come la rottura dell’ancoraggio al dollaro della stablecoin TerraUSD nel maggio 2022 e il crollo di FTX nel novembre 2022, che hanno entrambi innescato cali del 30% circa, appaiono piuttosto moderati”.
Tuttavia, per l’esperto la recente spinta del governo statunitense verso una regolamentazione più severa dello spazio delle criptovalute potrebbe rappresentare un importante cambiamento. Di recente, infatti, la Securities Exchange Commission statunitense ha citato in giudizio le due maggiori piattaforme di trading di criptovalute al mondo, Binance e Coinbase. Entrambe le denunce accusano Binance e Coinbase di offrire servizi di trading su titoli che la Sec ritiene rientrino nella sua giurisdizione.
Sebbene si debba attendere l’esito di questi processi, per Wewel la presentazione di cause contro due importanti operatori del settore delle criptovalute è un’ampia indicazione del fatto che le autorità di regolamentazione statunitensi stanno finalmente dando seguito a un ampio giro di vite sul settore, che si era profilato fin dalla rottura dell’FTX nel novembre 2022. “Riteniamo piuttosto improbabile un divieto totale – afferma – dato che l’adozione è già troppo diffusa, ma i requisiti normativi non potranno che crescere nei mesi e negli anni a venire. Ciò dovrebbe aumentare i requisiti di conformità e di rendicontazione, il che probabilmente spingerà le società di criptovalute più piccole a uscire dal mercato”.
Inoltre, l’esperto vede anche il rischio che i crypto-asset possano diventare meno interessanti per diversi gruppi di investitori. “Ad oggi, l’imminente rischio di contenzioso ha già indotto i market maker a ridurre sostanzialmente le proprie esposizioni, il che probabilmente si prolungherà per un po’ di tempo e deteriorerà ulteriormente la liquidità nello spazio delle criptovalute. Nel complesso, ci aspettiamo che il processo di pulizia continui. Nel corso di questo processo, è probabile che lo spazio delle criptovalute si consolidi ulteriormente prima di raggiungere un minimo”, conclude.