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Crisi ucraina, T-Bond e materie prime per difendersi

Per State Street Global Advisors, il panico cui mercati può essere in realtà esagerato e spingere ad aggiungere un po’ di rischio “in modo misurato”

Gli sviluppi geopolitici del conflitto in Ucraina sono molto preoccupanti e hanno portato i mercati a muoversi al ribasso su tutta la linea. Impossibile fare previsioni, l’unica certezza è l’alta volatilità. In particolare, l’attesa dei mercati è per le sanzioni che Usa e Ue imporranno a Mosca. “L’effetto principale delle sanzioni, che ci aspettiamo vengano annunciate più tardi, dovrebbe essere sul mercato russo, ma l’Eurozona (specialmente la Germania a causa della sua dipendenza dall’energia russa) dovrebbe essere più colpita dal conflitto tra tutti i mercati sviluppati”, evidenzia Altaf Kassam, Emea head of investment strategy & research di State Street Global Advisors.

Per l’esperto, la debolezza dei mercati statunitensi sembra la più evidente, e tale movimento sembra essere causato dal sentiment piuttosto che da fattori economici. “Sembra che i mercati siano passati dalla modalità ‘wait and see’ a quella del panico, e i movimenti potrebbero essere in realtà esagerati, spingendoci ad aggiungere un po’ di rischio in modo misurato”, afferma.

“Tuttavia – precisa -, stiamo attenuando questo incremento di rischio con alcune coperture rispetto al pericolo di coda, in particolare in Treasuries Usa long duration e futures sul Vix, e manteniamo il nostro sovrappeso sulle materie prime, che dovrebbero essere (e si stanno dimostrando) l’unica asset class che può beneficiare di questa escalation del rischio geopolitico”.

In particolare, nonostante l’effetto che l’impennata dei prezzi dell’energia dovrebbe avere sull’aumento dell’inflazione globale in un contesto inflattivo già complicato, il mercato sta ora valutando che l’azione della Banche Centrali dovrebbero diventare più dovish, e che il numero di rialzi dei tassi e il loro ritmo dovrebbero diminuire. “Questo è uno sviluppo che abbiamo previsto da un po’: i movimenti del mercato, specialmente negli Stati Uniti, sono esagerati”, conclude Kassam.

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