Per Capital Group, i dividendi meritano un posto in portafoglio anche quando le condizioni economiche migliorano. Ma è necessario adottare un approccio basato sui fondamentali
Per lungo tempo le strategie incentrate sulla crescita hanno messo in ombra quelle orientate ai dividendi. L’evoluzione delle condizioni macroeconomiche ha tuttavia modificato le carte in tavola, e ora gli investimenti basati sui dividendi stanno vivendo il loro momento di gloria. “Se da un lato questo coincide con il tanto atteso ritorno dello stile value, i titoli value e quelli a dividendo hanno caratteristiche diverse – spiega Matteo Astolfi, managing director di Capital Group in Italia -. A nostro avviso, i dividendi meritano un posto in portafoglio anche quando le condizioni economiche migliorano. Adottando un approccio basato sui fondamentali per individuare le aziende in grado di versare dividendi e incrementarli costantemente, gli investitori possono ottenere un rendimento reale a lungo termine lungo l’intero ciclo di investimento”.
Le forze macroeconomiche che hanno generato i rendimenti azionari straordinari dell’ultimo decennio si stanno invertendo. L’inflazioneCon il termine inflazione si indica l’incremento dei prezz... Leggi si attesta ancora ai massimi pluridecennali, ed è ora molto più diffusa di quanto gli economisti avevano immaginato. La crescita economica globale dovrebbe rallentare nettamente, passando dal 6% del 2021 al 4% nel 2023 e oltre, e l’iter di normalizzazione della politica potrebbe comportare ulteriori rialzi dei tassi di interesse.
“Queste dinamiche hanno innescato un aumento della volatilità e ridotto la visibilità sulla crescita degli utili, mettendo a dura prova le strategie di crescita più diffuse. Mentre gli investitori cercano di capire quali strategie azionarie potrebbero prevalere, individuare una soluzione complementare alle strategie orientate alla crescita sarà fondamentale per raggiungere gli obiettivi di lungo periodo, anche se la crescita dovesse tornare a fiorire”, osserva Astolfi, secondo cui i requisiti di queste soluzioni sono 3: resilienza nei mercati incerti, possibilità di scelta da un’ampia gamma di settori e generazione di rendimenti reali a lungo termine.
“Il buon senso suggerisce che i titoli value e i titoli che versano dividendi ben si adattano al contesto attuale, perché dipendono dal reinvestimento dei dividendi per la generazione di rendimento – spiega l’esperto -. I titoli value e i titoli che versano dividendi presentano caratteristiche e comportamenti differenti. L’indice Msci Ac World Value, ad esempio, presenta un’elevata esposizione ciclica (in base alla metodologia Msci) dovuta alla ponderazione molto ampia sui titoli finanziari negli ultimi 20 anni. Per contro i titoli che versano dividendi elevati, rappresentati dall’indice Msci Ac World High Dividend Yield, sono stati tradizionalmente più difensivi data l’ampia esposizione dell’indice ai titoli sanitari e ai beni di consumo di base”.
Per Astolfi è poi nteressante notare che l’energia, un settore che ha contribuito in misura crescente ai rendimenti, è ora significativamente sottopesata (7%) nell’indice delle società che distribuiscono dividendi. “In ragione di queste differenze di rilievo, i titoli value in generale hanno evidenziato una redditività più scarsa e una crescita degli utili e dei dividendi inferiore rispetto alle società che versano dividendi”, sottolinea.
Per l’esperto, l’investimento a dividendo non si presta solamente ai mercati difficili. Può infatti avere un ruolo importante nella generazione di risultati a lungo termine, tanto da guadagnarsi una posizione strategica nei portafogli degli investitori. “Tuttavia – precisa -, per sfruttare il suo potenziale, è necessario che gli investitori vadano oltre i titoli ad elevato rendimento per includere quelli con dividendi in crescita, ossia i titoli che distribuiscono dividendi e si impegnano a incrementarli stabilmente. Queste aziende sono sempre state una fonte interessante di rendimenti per il portafoglio, grazie al loro profilo di rischio/rendimento. Con le crescenti aspettative di un indebolimento della crescita economica e dei rendimenti degli asset, le società con dividendi in crescita potrebbero assumere maggiore rilevanza”.
“Rispetto alle società che offrono un rendimento da dividendo elevato, le società con dividendi in crescita sono generalmente di qualità superiore – prosegue Astolfi -, grazie a una tendenza consolidata di crescita degli utili e dei profitti e a un rendimento delle attività, del capitale proprio e del capitale investito più elevato. Grazie a fondamentali robusti, hanno saputo capitalizzare il loro flusso crescente di reddito in misura maggiore, premiando gli investitori con utili solidi”.
Secondo l’esperto, uno dei potenziali benefici del focalizzarsi sulla crescita dei dividendi è la possibilità di evitare alcuni dei rischi associati all’investimento in titoli con rendimento da dividendo elevato, tra cui: politiche di dividendo insostenibili, maggiore probabilità di tagli e universo di nicchia di società che versano dividendi.
“Per poter pagare i dividendi e reinvestire il capitale aggiuntivo in future iniziative di crescita, le aziende devono possedere una disciplina di allocazione del capitale e fondamentali solidi – argomenta – . Di conseguenza l’investimento a dividendo non può limitarsi a una semplice selezione dei titoli a rendimento più elevato. Piuttosto, individuare le società affidabili e che hanno la capacità e l’intenzione di distribuire i dividendi oggi impegnandosi a farli crescere in futuro, richiede un’ampia ricerca sui fondamentali”.
La continua incertezza macroeconomica e la volatilità dei mercati dividono gli investitori sul tema della futura leadership azionaria. Per Asolfi sia che ritornino i titoli growth, sia che persista la leadership dei value, le condizioni attuali presentano l’opportunità di potenziare la resilienza tramite strategie di dividendo dedicate. “Ad ogni modo – conclude -, le strategie di dividendo non sono adatte solo ai mercati difficili, ma possono avere un ruolo di rilievo nella generazione di risultati a lungo termine. Sfruttarne il potenziale, tuttavia, richiede un approccio basato sui fondamentali per individuare le società con dividendi in crescita più interessanti”.