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È il momento delle obbligazioni

Per Capital Group, anche se per il mercato obbligazionario si è chiuso uno dei trimestri peggiori degli ultimi 30 anni, il taglio delle valutazioni che ne è derivato potrebbe rivelarsi interessante

“Il 2022 è iniziato in maniera pessima per le obbligazioni, ma ha anche creato un punto di ingresso interessante per gli investitori”. È la tesi di Flavio Carpenzano, managing director per il reddito fisso di Capital Group, che sottolinea come l’entità del drawdown registrato nel primo trimestre sui mercati del reddito fisso è stata ampia e rara rispetto all’andamento passato. 

Gli effetti della pandemia e del conflitto in Ucraina hanno infatti spinto l’inflazione dei mercati sviluppati globali ai massimi da molti decenni. Di conseguenza, molte banche centrali dei mercati sviluppati hanno dato inizio a una stretta delle politiche monetarie con l’obiettivo di contrastare l’aumento incontrollato dell’inflazione. Questo, come osserva Carpenzano, ha provocato un calo delle obbligazioni, con l’indice Bloomberg Global Aggregate che, ad esempio, è sceso del 6,2% nel primo trimestre. 

“Anche se per il mercato obbligazionario si è chiuso uno dei trimestri peggiori degli ultimi 30 anni (la variazione di 2,6 deviazioni standard equivale a una flessione del 16% dei titoli in un trimestre), il taglio delle valutazioni che ne è derivato potrebbe rivelarsi interessante”, afferma quindi l’esperto.

Per Carpenzano, sebbene l’attuale ciclo di rialzi della Fed preveda probabilmente ulteriori aumenti dei tassi, i prezzi attuali delle obbligazioni tengono già conto di questi interventi. “A questo punto, il mercato ha scontato un numero significativo di aumenti dei tassi a breve termine nei prossimi trimestri e i rendimenti dei Treasury Usa a più lunga scadenza (ad esempio, quelli a 10 anni) riflettono già queste aspettative. Di fatto i tassi forward suggeriscono oscillazioni relativamente limitate dei rendimenti a più lunga scadenza nel corso del prossimo anno, riducendone di conseguenza l’impatto negativo sulle obbligazioni”, chiarisce.

I rendimenti di tutti i settori del reddito fisso sono nettamente superiori ai minimi toccati negli ultimi anni. In prospettiva futura, secondo l’esperto gli investitori hanno ora la possibilità di realizzare un reddito nettamente più significativo dalle obbligazioni. “In effetti, una quota maggiore del fabbisogno di reddito degli investitori potrebbe essere soddisfatta con il reddito fisso tradizionale, più di quanto non sia avvenuto negli ultimi anni. Il reddito più elevato può tutelare i rendimenti complessivi nel tempo, anche se i prezzi rimangono volatili”, fa notare.

“I rendimenti iniziali del reddito fisso sono storicamente un buon indicatore dei rendimenti futuri. I rendimenti attualmente più elevati inducono a pensare a rendimenti più elevati in futuro. Ad esempio, nei periodi degli ultimi decenni in cui i rendimenti si sono attestati a livelli simili a quelli di fine maggio, i rendimenti obbligazionari sono stati sostenuti per i cinque anni successivi”, conclude Carpenzano.

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