Più che sulle elezioni Usa, i fondi speculativi stanno basando il posizionamento su tendenze macro più ampie: l’abbondante liquidità, la probabilità di ulteriori stimoli fiscali e la ripresa. L’analisi di Lyxor Am
Le probabilità di una vittoria di Donald Trump alle ormai imminenti elezioni Usa appaiono scarse. A dirlo è la storia, ricorda Jean-Baptiste Berthon, senior cross asset strategist di Lyxor Asset Management, in base alla quale per essere rieletti per un secondo mandato è stata quasi sempre necessaria una solida crescita. Inoltre, nella maggior parte delle campagne elettorali passate, i sondaggi d’opinione non hanno registrato variazioni significative dopo il mese di ottobre: ad oggi, i sondaggi mostrano una crescente divergenza tra i due candidati, e dal 1980 non esiste un esempio di un candidato che sia riuscito a colmare un divario di tali dimensioni così a ridosso del voto.
“Le elezioni al Senato potrebbero svolgere un ruolo ancora più determinante nel definire le future politiche statunitensi – avverte l’esperto -. L’ambizioso programma dei Democratici in materia di stimoli, tassazione e salari dipenderà in ultima analisi dal raggiungimento di una maggioranza al Congresso. Sarà in gioco un terzo dei 100 seggi disponibili in Senato, di cui 10 saranno probabilmente decisivi. Dal momento che i Repubblicani occupano 53 seggi in Senato contro i 47 dei Democratici, questi ultimi avranno bisogno di 3 seggi per ottenere la maggioranza, qualora Biden venisse eletto, compreso il voto decisivo del vicepresidente in caso di parità di voti”.
Una vittoria di Biden alle elezioni Usa senza passi falsi o sorprese ‘politiche’ sembra tuttora probabile, a detta di Berthon, secondo cui un trionfo schiacciante ridurrebbe anche le possibilità di controversie legali prolungate. “Tuttavia, a nostro avviso questa ipotesi non è così probabile- avverte -. I sondaggi online, secondo i quali vi sono due terzi di probabilità di una ‘Blue wave’, si differenziano dai sondaggi d’opinione, che prevedono un vantaggio democratico più risicato, e dai trend degli asset più sensibili al risultato, anch’essi più prudenti. Per ora, i mercati hanno difficoltà nel valutare le ripercussioni di un trionfo democratico, soppesando l’impatto dell’aumento delle tasse e dei salari rispetto ad un maggiore stimolo e ad una minore incertezza politica, in particolare nella sfera commerciale. Un esito che al momento è poco scontato è una vittoria con un margine sufficientemente ristretto da provocare accese controversie legali e volatilità di mercato”.
Ecco quindi che la notevole incertezza sulla maggioranza al Congresso rende speculativo qualsiasi posizionamento sulle elezioni Usa. “Gli hedge fund hanno generalmente rafforzato le loro esposizioni sulla scia dei segnali indicanti che la correzione di settembre stava giungendo al termine – afferma l’esperto -. Al momento stanno riducendo parte dei rischi e neutralizzando le proprie posizioni direzionali. Nel complesso, i commenti dei gestori di hedge fund statunitensi suggeriscono che il loro posizionamento non si concentra esclusivamente sui risultati delle elezioni presidenziali. Le tendenze macro più ampie, tra cui l’abbondante liquidità, la probabilità di ulteriori stimoli fiscali (seppur posticipati) e la ripresa in atto, rappresentano i principali driver delle loro esposizioni”.
Per Berthon, le strategie Global Macro continuano a vedere una debolezza nel medio termine del dollaro, e un sostegno nel breve periodo, detengono un’esposizione lunga sui tassi di break-even statunitensi e sull’oro, e privilegiano posizione tattiche sui Treasury Usa (attualmente short). “Le strategie incentrate sui mercati emergenti mantengono il proprio posizionamento long sul credito, soprattutto sui titoli quasi sovrani, e hanno ora assunto esposizioni lunghe sulle obbligazioniLe obbligazioni sono titoli rappresentativi del capitale di ... Leggi, parzialmente coperte con alcune posizioni sulle valute emergenti – prosegue -. Le strategie L/S Equity statunitensi stanno adottando un orientamento prudente in vista di una vittoria democratica, abbandonando alcuni titoli tecnologici a favore dei principali beneficiari di una ripresa e delle esposizioni alla regione Asia-Pacifico”.
“In Europa – conclude -, i gestori L/S Equity non hanno modificato in modo sostanziale il proprio posizionamento, pur avendo incrementato con cautela le proprie posizioni nei titoli value a scapito di quelle nei titoli tecnologici. La loro principale preoccupazione per quanto riguarda le elezioni Usa, che potrebbero esercitare un impatto meno diretto sul settore, è di determinare il momento corretto per posizionarsi nel mercato”.