Investi

Emergenti, i titoli che non temono il Covid

Per Comgest, le società dei mercati emergenti sono in uno stato significativamente migliore rispetto a qualsiasi altro momento degli ultimi 8 anni

I mercati emergenti hanno segnato una crescita del 9,6% in usd (+4.9% in eur) nel terzo trimestre. E nonostante il livello basso dei tassi d’interesse su scala mondiale vada a beneficio dei bilanci delle imprese con una quota di debito maggiore, il mercato sembra iniziare a distinguere i nomi di migliore qualità. Ne è convinto Emil Wolter, gestore del fondo Comgest Growth Emerging Markets di Comgest, secondo cui i mercati continuano ad essere sostenuti dagli importanti stimoli fiscali e monetari a livello globale che, considerando gli annunci di governi e Banche Centrali, è molto probabile rimarranno in vigore per un periodo prolungato, forse per anni. 

“Tuttavia, l’eterno consenso sui tassi bassi è probabilmente in una certa misura incorporato nei mercati – spiega -. Un eventuale rallentamento della ripresa economica sarà accompagnato da ulteriori stimoli fiscali. Un numero crescente di opinionisti considera attualmente probabile un aumento dell’inflazione. Se la ripresa a forma di V continuerà a rimanere l’esito più probabile, allora questi commentatori potrebbero avere ragione”.

Secondo Wolter, la maggior parte delle economie del mondo, ma in particolare i mercati sviluppati, cercheranno di raggiungere un equilibrio tra la limitazione dell’attività al fine di contenere la diffusione del virus e, allo stesso tempo, consentire l’espansione economica. I Paesi che sono entrati nell’era Covid-19 con scarsi saldi di bilancio come la Turchia, il Sudafrica e il Brasile stanno cominciando a sentire il peso delle politiche di sostegno. L’espansione dei deficit fiscali si sta riflettendo nelle valute deboli e nei declassamenti dalle agenzie di rating.

“Un chiaro trend è la continua forza dei titoli della ‘new economy’, con il settore It che ha sovraperformato in modo significativo, insieme a titoli specifici dei servizi di comunicazione e dell’e-commerce, come Alibaba – osserva il gestore -. Ciò ha consentito alla Cina di avere prestazioni migliori, con titoli come Autohome e NetEase. In effetti, la Cina sarà probabilmente l’unica grande economia mondiale a crescere nel 2020 anche grazie alle prestazioni di alcune aziende e ai buoni risultati del secondo trimestre”.

I settori della new economy/digital e i titoli legati all’auto hanno performato, evidenziando a detta di Wolter la definita tendenza di una recente e corrente rapida evoluzione della digitalizzazione in un numero crescente di settori. “Si pone in evidenza, inoltre, la convinzione di una ripresa a forma di V, con l’aspettativa che la repressa domanda dei consumatori sia destinata a rafforzarsi e che i ciclici di qualità ne traggano beneficio – aggiunge -. Questo, a sua volta, potrebbe segnalare la possibilità di un allargamento del rally al di là della ristretta gamma di titoli della new economy, che da alcuni anni traina i mercati a livello globale”.

Tsmc, società globale di semiconduttori, ha registrato ottimi risultati. I numeri del secondo trimestre sono stati buoni, con una guidance sui ricavi per l’intero anno 2020 che è stata alzata a oltre il 20% nonostante il contesto pandemico e la perdita di Huawei come cliente a causa delle normative statunitensi. “La notizia più significativa ha riguardato il suo maggiore concorrente Intel, che ha annunciato un ulteriore ritardo di 12 mesi rispetto alla roadmap tecnologica, rendendo Tsmc il leader indiscusso nella produzione di circuiti integrati logici. In prospettiva, sia che i clienti di Tsmc ottengano un vantaggio significativo rispetto a Intel nel mercato delle cpu core, sia che Intel si rivolga a Tsmc per la produzione: in entrambi i casi Tsmc è il vincitore a lungo termine”, assicura il gestore.

Continuando nell’analisi, Wolter spiega che nel primo trimestre Yili, player del settore caseario cinese, ha visto problemi di inventario e di canale che hanno influito sulla redditività. Ma queste tendenze si sono invertite nel secondo trimestre, in cui la concorrenza è stata più razionale e l’azienda è stata in grado di conquistare la crescita con nuovi prodotti e l’espansione del canale. Inoltre, il governo sta promuovendo il latte come alimento con benefici per la salute.

“Settori difensivi o Paesi in cui le valute sono state deboli sono state le aree che hanno incontrato maggiori difficoltà in questo periodo. Il real brasiliano è sceso a scapito di società come Ccr e Bbse, che traggono il 100% delle entrate a livello nazionale”, prosegue.

Quanto alla Turchia, il contesto macroeconomico si è deteriorato in modo significativo: un’offerta di moneta in rapida espansione e un deficit sia fiscale che delle partite correnti in crescita hanno causato un indebolimento della valuta.

In tutto questo, con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali americane, le chances di un moderato livellamento del rischio a detta del gestore sono possibili, combinate con un aumento delle infezioni da Covid-19 a livello globale a un impatto economico commisurato. “Questo suggerirebbe che gli asset a rischio, che hanno ottenuto risultati così buoni dopo i minimi di marzo, potrebbero subire un certo ridimensionamento. Detto questo, la maggior parte dei dati è fortemente indicativa di una ripresa attuale a forma di V; se si rivelasse tale, ciò potrebbe portare a una certa rotazione del mercato dai nomi dell’economia digitale, ormai abbastanza costosi, verso altri settori, più economici, che sperimenteranno una crescita sempre più forte”, sostiene.

Per Wolter ci sono diversi elementi importanti a sostegno dei mercati emergenti sia in termini assoluti che relativi rispetto ai mercati sviluppati: il dollaro statunitense potrebbe essere vicino alla fine della propria pluriennale corsa al rialzo, con un netto deterioramento sia del bilancio pubblico che della bilancia delle partite correnti; la produzione globale è in crescita, una correlazione storicamente forte e positiva per i mercati emergenti; gli avanzi delle partite correnti sono in espansione, a sostegno delle valute; gli investitori sono sottopesati nei mercati emergenti sia rispetto ai livelli storici che alla capitalizzazione di mercato degli emergenti rispetto al Pil globale. 

“È importante sottolineare che le società dei mercati emergenti sono in uno stato significativamente migliore rispetto a qualsiasi altro momento degli ultimi otto anni – conclude Wolter -. Oltre il 40% dell’indice dei mercati emergenti è costituito da It, servizi di comunicazione e e-commerce, superando i mercati sviluppati; nei mercati emergenti la penetrazione di questi settori è inferiore, mentre la crescita è maggiore. In base al Shiller p/e, i mercati emergenti stanno trattando a uno sconto significativo rispetto alle controparti dei mercati sviluppati, mentre in base al p/bv lo sconto sui mercati sviluppati è stato solo una volta così grande dal 2003. Tutto ciò in un contesto di tassi di interesse durevolmente bassi a livello globale, che storicamente è stato positivo per l’andamento dei mercati emergenti”.

Commenta

Articoli correlati

Giappone, nel 2024 emergeranno molte opportunità 

Enzo Facchi

Da Axa Im tre Etf sugli Stati Uniti

Enzo Facchi

Cina, è ora di tornare a puntare sul Dragone

Enzo Facchi
UA-69141584-2