La stretta monetaria negli Usa, la lentezza della campagne vaccinali e i rating elevati impongono cautela. La view di Federated Hermes
Gli utili hanno registrato una solida ripresa nel corso del 2021, dando una spinta ai mercati sviluppati. I mercati emergenti non hanno potuto però beneficiare di una campagna di vaccinazione efficace e su larga scala non riuscendo così a sostenere gli investitori. Molti investitori guardano con ottimismo all’andamento degli emergenti per il 2022, sperando in un trend di recupero. Ma, secondo Gary Greenberg, head of global emerging markets per la divisione internazionale di Federated Hermes, meglio essere cauti, per diverse ragioni.
“In primo luogo – spiega -, ci appare sempre più verosimile una stretta monetaria negli Stati Uniti, condizione che porterebbe ad un rafforzamento del biglietto verde e ad un contestuale indebolimento delle economie emergenti, legate agli afflussi di portafoglio esteri. In secondo luogo, i passi in avanti sul fronte delle campagne di vaccinazione sono e resteranno probabilmente lenti in molte regioni emergenti, frenandone il progresso economico”.
Un’altra ragione, a detta dell’esperto, è che molti dei modelli di business più interessanti all’interno dei mercati emergenti hanno un ratingIl rating è una misura della capacità di uno Stato o di un... Leggi elevato e sono vulnerabili alle questioni di derating se i tassi d’interesse statunitensi inizieranno a salire (come i loro omologhi globali).
Dinanzi a questi ostacoli, non mancano però degli elementi di supporto che stanno prendendo forma. “Con l’allentamento dei vincoli di fornitura, i chip torneranno ad una piena disponibilità, sostenendo quindi l’industria automobilistica globale e i suoi stessi fornitori – osserva Greenberg -. Ed anche il segmento della tecnologia taiwanese dovrebbe riprendersi da un anno poco brillante”.
Per l’esperto, se i tassi salgono i finanziari dovrebbero beneficiarne con un aumento del reddito netto da interessi. “La pressione normativa – aggiunge – dovrebbe diminuire in Cina a vantaggio dei nomi che operano nel settore legato ad Internet, e una distensione con gli Stati Uniti (temporanea, nel contesto di una rivalità strategica a lungo termine), potrebbe rafforzare il sentiment per Pechino. Sentiment in Cina che potrebbe ricevere sostegno da ulteriori misure di alleggerimento nel corso dell’anno”.
Guardando oltre il 2022 e oltre i cicli di breve termine, a detta di Greenberg l’invecchiamento demografico delle popolazioni nella regione dell’Asia settentrionale, Europa e Nord America continuerà a generare una domanda di tecnologie di automazione innovative. La crisi climatica continuerà poi a forzare un cambiamento molto evidente nell’ambito della generazione, distribuzione e consumo di energia, sostenendo la domanda di materie prime come il rame e l’alluminio.
“I dati macroeconomici conserveranno la propria importanza come quella che ha avuto il petrolio del 21° secolo, e i prezzi del barile saliranno con la costruzione di flotte elettriche a terra, in mare e in aria – conclude -. L’economia circolare richiesta dai consumatori costringerà le aziende a rivedere e regolare il proprio modello di approvvigionamento, di produzione e distribuzione in linea con i confini del pianeta, creando una miriade di opportunità per altre aziende che potranno emergere oppure per poterle aiutare nel loro processo di adattamento. Ed è per questo che ci focalizziamo su questi temi a lungo termine, investendo in quello che viene definito come il mondo che verrà”.