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Energie rinnovabili, opportunità nelle small cap europee

Per Neuberger Berman alcune small cap selezionate nel settore delle energie alternative nell’Ue potrebbero invertire il ciclo

Mentre i fornitori di beni strumentali tendono a soffrire nelle fasi di recessione, alcune small cap selezionate nel settore delle energie alternative nell’Ue potrebbero invertire il ciclo. Ne è convinto Brian Faleiro, portfolio specialist di Neuberger Berman, che sottolinea la differenza tra cicli economici e tendenze secolari. Mentre infatti l’inflazione persistente e i tassi d’interesse elevati fanno presagire un rallentamento ciclico dell’economia, per l’esperto il processo di sviluppo di infrastrutture per le energie alternative, alimentato da ingenti impegni finanziari da parte dell’Unione Europea, può continuare a offrire opportunità interessanti per gli investitori a lungo termine. 

“Per chi si fosse perso qualche passaggio – argomenta Faleiro – nel 2020 l’Ue ha approvato il piano di stimolo del ‘Green Deal europeo’, con l’obiettivo di raggiungere un ‘blocco neutrale dal punto di vista climatico’ entro il 2050. Per sostenere questo sforzo, il programma Investe mira a raccogliere 372 miliardi di dollari di investimenti pubblici e privati, in parte attraverso garanzie di bilancio dell’Ue, tra il 2021 e il 20271. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha accelerato la transizione europea verso le energie alternative, con l’obiettivo di limitare la dipendenza dal petrolio e dal gas russo”.

La fase successiva, lanciata a metà marzo, è il Net Zero Industry Act (Nzia) dell’Ue, accompagnato dall’European Critical Materials Act (Crma). “Il Nzia – spiega ancora l’esperto – fissa obiettivi di produzione ambiziosi per il 2030 per l’eolico, il solare e le batterie, tra le altre tecnologie, mentre il Crma mira a garantire ai produttori un accesso sostenibile alle materie prime critiche necessarie per la produzione. L’Unione Europea ha anche riformato le proprie linee guida sulla ‘Progettazione del mercato dell’elettricità’, aggiungendo misure per incentivare accordi a lungo termine con produttori di energia alternativa. Sono previsti anche maggiori aiuti di Stato per la produzione di idrogeno pulito”.

Come nel caso dell’Inflation Reduction Act (Ira) statunitense, a raffica di iniziative di transizione energetica dell’Ue, che rappresentano forse decine di miliardi di dollari di spesa futura, è stata concepita per sostenere i fornitori di beni strumentali nazionali. E Faleiro ricorda che uno degli obiettivi della nuova politica è che le fabbriche dell’Unione debbano fornire il 40% della domanda di produzione di energia pulita entro il 2030, mentre altre proposte cercano di accelerare il processo di autorizzazione alla luce delle onerose normative del blocco. 

“Tutto ciò, a nostro avviso, sembra offrire significative opportunità di crescita per i fornitori di attrezzature e servizi più piccoli e agili. Pur riconoscendo la possibilità di un rallentamento ciclico più ampio all’orizzonte, riteniamo che alcune small cap nell’Ue possano trarre vantaggio da questo fondamentale e fortemente sostenuto spostamento verso le energie rinnovabili”, conclude.

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