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Euro-dollaro: ecco cosa aspettarsi

Il cambio tra il biglietto verde e la valuta europea è senza direzione in attesa delle scelte della Fed. I possibili scenari secondo IG Italia

Il cambio euro-dollaro ha mutato più volte direzione negli ultimi mesi. A giugno, luglio e inizio agosto il biglietto verde è stato particolarmente forte sulla scia di una Federal Reserve che sembrava molto vicina a ridurre gli stimoli monetari. In quel periodo il cambio con la moneta unica è passato da 1,2265 fino a un minimo a 1,1662. Dal 20 agosto la direzione è cambiata notevolmente con la coppia valutaria arrivata fino a testare il limite di 1,19 dopo un deludente rapporto sul mondo del lavoro statunitense e sulle divergenti campagne vaccinali in Europa e negli Stati Uniti. Quale sarà quindi la prossima direzione del cambio euro-dollaro?

“Ora la direzione del cambio dipenderà ancora dalle banche centrali – afferma Filippo A. Diodovich, senior market strategist di IG Italia -. La Bce ha già fatto la propria mossa con una ‘ricalibrazione’ del piano Pepp. Il governatore Christine Lagarde ha voluto sottolineare che non è stato avviato un processo di tapering ma solamente una variazione all’interno del programma di acquisto di titoli per emergenza pandemica. Una riduzione molto soft degli stimoli monetari (prima 80 mld di euro di acquisti al mese ora probabilmente 60/70) che non ha dato particolare forza all’euro. Grande delusione per i banchieri falchi del Nord Europa che si aspettavano molto di più”.

L’esperto ricorda quindi come la prossima settimana (21-22 settembre) toccherà al Fomc, la commissione operativa della Fed, decidere le prossime strategie monetarie. Da indiscrezioni di stampa sembra che Powell possa annunciare l’inizio del processo di tapering a partire dal mese di novembre. “I mercati reagiscono all’annuncio e potremmo assistere a un rafforzamento del dollaro sulla moneta unica. Possibile rivedere il cambio eurodollaro a 1,17 e 1,16 se il tapering sarà sostenuto e veloce”, sostiene lo strategist.

Meglio quindi andare short sul cambio euro-dollaro? Non necessariamente, secondo Diodovich. “Il mercato ha scontato in parte che Powell possa annunciare il tapering a novembre ma molto dipenderà dal ritmo di diminuzione degli acquisti – sottolinea -. Powell potrebbe convincere gli altri membri della commissione che è necessario ridurre gli stimoli monetari in modo molto graduale (20 mld o 15 mld a riunione) finendo così il processo in estate o in autunno 2022) o in modo molto veloce (30 mld a riunione) finendo così in primavera 2022”. 

Le due ipotesi sono al momento altamente probabili ma avrebbero effetti diversi. Secondo lo strategist, un ‘lento’ tapering porterebbe a un crescita dell’euro-dollaro a 1,20, un tapering ‘veloce’ porterebbe verso 1,17. Ma non sono da escludersi neppure altri scenari. “Powell dominato dai falchi del Fomc che lancia il tapering già da settimana prossima (eurusd a 1,16) o un Powell che resiste e dichiara che è ancora troppo presto cambiare le strategie monetarie vista l’incertezza sugli sviluppi della variante delta (eurusd a 1,21)”, ipotizza.

Qual è allora lo scenario di IG? “Crediamo che Powell dovrà agire subito per mantenere sotto controllo l’inflazione. La crescita dei prezzi sembra essere più persistente che transitoria. Ci aspettiamo un annuncio nella prossima riunione per un tapering sostenuto della Federal Reserve. Ritardare ancora avrebbe un costo ancora più significativo”, sostiene Diodovich.

“Riteniamo che già un eventuale rottura del supporto a 1,18 possa creare i presupposti per una discesa verso 1,1770 bottom del 13 settembre. Sotto 1,1770 via libera per un ribasso molto più marcato a testare i sostegni strategici di fine agosto situati a 1,1666. Segnali contrari solamente sopra 1,1850 condizione che potrebbe portare a un nuovo attacco di 1,1908”, conclude.

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