Nonostante il calo di molti indicatori, per Federated Hermes le politiche monetarie e fiscali continueranno a sostenere l’economia
Dopo i record di luglio, comincia a calare la fiducia nella ripresa economica dell’Eurozona. Ad agosto l’indice che misura il sentiment complessivo è calato a 117,5 punti, sotto i 118 punti del consensus e i 119 del mese precedente. Il segno meno ha interessato sia i servizi, sia l’industria sia i consumatori, mentre la fiducia è tornata a crescere nelle costruzioni ed è rimasta pressoché invariata nel commercio al dettaglio. Un dato che arriva dopo la contrazione dei dati Pmi e che sta iniziando ad allarmare i mercati. Secondo Silvia Dall’Angelo, senior economist per la divisione internazionale di Federated Hermes, però non c’è nulla da temere.
“I dati più recenti hanno confermato un rallentamento dell’attività economica registrata durante il mese di agosto all’interno dei Paesi sviluppati. I sondaggi Pmi flash per molti di questi Paesi hanno infatti tutti fatto segnare il segno meno – spiega la Dall’Angelo -: il rallentamento rispecchia in gran parte una normalizzazione fisiologica dei tassi di crescita, dato che l’impatto iniziale delle riaperture delle economie inizia intuibilmente ad affievolirsi. Tuttavia, i fattori in gioco erano più numerosi ed eterogenei, come ad esempio l’aumento della diffusione dei contagi derivanti dalla variante delta, i persistenti vincoli di approvvigionamento e le conseguenze di un rallentamento in corso per l’economia cinese”.
Per l’economista, in considerazione di tutto ciò i dati relativi agli indici Pmi continuano a mantenersi ancora su livelli piuttosto elevati, coerenti con una crescita superiore al trend negli Stati Uniti, nel Regno Unito e all’interno dell’Eurozona.
“È interessante notare come le ultime rilevazioni lascino intendere come sia l’Eurozona a superare sia gli Stati Uniti che il Regno Unito, rispecchiando alcune dinamiche di recupero – conclude -. In futuro, le politiche monetarie e fiscali caratterizzate da un’intonazione accomodante dovrebbero continuare a sostenere la ripresa, soprattutto all’interno delle economie sviluppate, ma i rischi che circondano l’evoluzione della pandemia insieme alle persistenti differenze, in particolare per quanto riguarda il gap che intercorre tra Paesi emergenti e sviluppati, sono ancora evidenti”.