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Eurozona, prospettive solide nonostante l’inflazione

Secondo Moneyfarm, per la Bce il punto critico rimarrà l’inflazione core, ma per la crescita le aspettative rimangono relativamente positive

I dati sull’inflazione nell’Eurozona ad aprile si sono attestati al 7% su base annua, rispetto al 6,9% di marzo. L’inflazione core ha invece registrato il 5,6% su base annua, leggermente inferiore al 5,7% di marzo. Il problema dei prezzi, tornati a salire a sorpresa, resta quindi prioritario e fa temere per le prossime decisioni della Banca centrale europea.

“La preoccupazione principale per la Bce è che l’impennata iniziale dei prezzi si sia ormai radicata nell’economia e abbia portato a un aumento delle richieste salariali, uno scenario in cui si sono già trovati paesi come il Regno Unito”, spiega Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm.

Pe l’esperto, nonostante questo, sul lato della crescita, le aspettative per l’economia europea rimangono relativamente positive. “La crescita del Pil è ora prevista all’1,1% nel 2023 e all’1,6% nel 2024, riviste al rialzo soprattutto grazie al calo dei prezzi. L’inflazione complessiva, pur avendo dimostrato di non essere temporanea, è considerata ancora gestibile e la disoccupazione rimane ai minimi storici, non suggerendo una recessione imminente”, afferma. 

“Il punto critico rimarrà appunto l’inflazione core, che continua ad aumentare la pressione sulle famiglie, e contro la quale la Bce ha ribadito la guerra in corso, con i mercati che infatti al momento prezzano ancora circa due rialzi prima della fine dell’anno”, conclude Flax.

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