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Eurozona, un rialzo dei tassi di 50 punti base sarà gestibile

Per Lemanik, il 2022 sarà ancora rialzista per l’azionario europeo, nonostante la maggiore volatilità. Portafogli da riposizionare sui titoli value come finanziari e materie prime.

“La Bce seguirà la Fed e aumenterà i tassi di interesse. Tuttavia un incremento di 50 punti base nel 2022, come si attende il mercato, è ampiamente gestibile attraverso rotazioni settoriali e aggiustamenti di portafoglio che consentano di cavalcare un mercato ancora decisamente rialzista nel 2022”. Ne è convinto Andrea Scauri, gestore azionario Italia ed Europa di Lemanik, che in un’intervista a Class Cnbc, spiega cosa potrebbe succedere dopo la probabile svolta da falco della Banca centrale europea.

Dopo aver tenuto una linea molto ferma fino a non più tardi di due settimane fa, con un atteggiamento molto accomodante che si leggeva nelle parole di Christine Lagarde, nella riunione del 3 febbraio la Bce “ha capitolato”, come dice Scauri, lasciando intendere un possibile rialzo dei tassi di interesse, che il mercato ha già prezzato in almeno 50 punti base nel corso del 2022.

Stando al gestore, alla base, probabilmente, c’è stata una spinta da parte dei paesi nordici ad abbandonare l’atteggiamento ultraespansivo tenuto finora dall’Eurotower. “In ogni caso – sottolinea -, in un contesto di crescita come quello attuale, con le società che stanno riportando utili molto forti per il 2021, un aumento dei tassi di questa entità è assolutamente controllabile da parte del mercato azionario europeo, che può ancora contare su stimoli fiscali importanti, legati alla messa a terra del Recovery fund. Mentre, al contrario, gli Usa hanno già beneficiato degli importanti incentivi fiscali generati negli ultimi due anni”.

Quindi, a detta di Scauri, la Bce seguirà la Fed nel ritoccare i tassi di interesse, anche se con un ritmo probabilmente meno forte: bisognerà quindi verificare se la domanda continuerà a essere sostenuta per far crescere gli utili nel 2022.

“Alla luce di questa situazione – prosegue il gestore – abbiamo venduto tutta la componente industriale growth del nostro portafoglio azionario e ci siamo riposizionati in maniera decisa sulla componente value, che si traduce principalmente in banche, assicurazioni e materie prime, che in un mercato ancora molto volatile dovrebbero vedere una revisione dei multipli, legata alle aspettative di risalita dei tassi di interesse, sovraperformando i titoli growth”.

“Ci aspetta una volatilità nettamente più alta rispetto al 2021, ma attraverso le rotazioni settoriali e gli opportuni aggiustamenti di portafoglio è possibile andare a trovare quelle opportunità che potranno beneficiare ancora di un bull market europeo nel 2022”, precisa.

Restano però due elementi di criticità. Da un lato, il tema geopolitco legato alle tensioni tra Russia e Stati Uniti sull’Ucraina, che in caso di escalation secondo il gestore colpirà soprattutto l’Europa, e, dall’altro lato, il possibile ulteriore de-rating dei titoli tecnologici, che, trattando a multipli molto elevati, sono più esposti all’irripidimento della curva dei tassi, come sta avvenendo negli Usa con il Treasury.

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