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Fed più falco del previsto: le conseguenze per i mercati

Secondo Amchor Is, i tassi resteranno più alti per un periodo più lungo, ma non ci saranno correzioni eccessive negli asset di rischio né nel credito

Come atteso dai mercati, la Federal Reserve ha lasciato i tassi di interesse invariati al 5,25-5,5%, ai massimi degli ultimi 22 anni, ma si è mostrata più falco del repvisto. Il grafico dot plot, che sintetizza le previsioni dei banchieri centrali, è infatti risultato più restrittivo, prevedendo un nuovo rialzo dei tassi di 25 punti base nel 2023, come a giugno, e soltanto un taglio di 50 punti base nel 2024, contro i 100 punti di giugno. “La Fed ha deciso di mantenere fermi i tassi di interesse e si è ridotto il numero dei membri del Fomc che prevedono un ulteriore rialzo dei tassi quest’anno”, commenta Alvaro Sanmartin, chief economist di Amchor.

Secondo l’esperto, per giustificare questa pausa, la Fed ha sottolineato che vede segnali di un migliore equilibrio tra domanda e offerta, con prezzi e salari sottostanti in moderazione e aspettative di inflazione ben ancorate. E il presidente Jerome Powell ha affermato esplicitamente in conferenza stampa di ritenere di essere vicino al punto in cui voleva arrivare in termini di rialzi dei tassi. “Allo stesso tempo, il numero di tagli dei tassi previsti per il 2024 si riduce significativamente: il tasso di interesse previsto alla fine del prossimo anno passa dal 4,6% al 5,1% e questo nuovo tasso è compatibile con due tagli dei tassi o forse uno solo se non ci saranno altri rialzi dei tassi nel 2023”, sottolinea.

Per giustificare il fatto che i tassi resteranno più alti più a lungo rispetto a quanto la Fed si aspettasse in precedenza, e oltre a sottolineare che i rischi di inflazione sono ancora più al rialzo che al ribasso, le nuove previsioni alzano le prospettive di crescita e abbassano quelle di disoccupazione, che ora raggiungerebbe il picco del 4,1% invece del 4,5% previsto in precedenza. “Questi nuovi dati della Fed sono chiaramente compatibili con uno scenario di atterraggio morbido, anche se Powell non ha osato dire che l’atterraggio morbido è lo scenario centrale, ha detto che tale scenario è possibile e che l’obiettivo è raggiungerlo. Powell ha ammesso che il tasso neutro potrebbe essere più alto di quanto attualmente stimato, ma ha anche affermato che è molto difficile saperlo con certezza in questa fase”, afferma Sanmartin.

Analizzando quanto accaduto, per l’esperto le cose sono andate un po’ come ci si aspettava. “Probabilmente la Fed ha già raggiunto il picco dei tassi, ma la tenuta dell’economia ci induce a credere che i tassi di interesse impiegheranno molto tempo a scendere. Per il resto, continuiamo a pensare che nei prossimi 6-9 mesi assisteremo a revisioni al rialzo delle stime sui tassi neutrali”, osserva. 

Guardando ai mercati, a detta di Sanmartin è possibile che la significativa riduzione del numero di tagli dei tassi previsti per l’anno prossimo si faccia sentire, soprattutto sul fronte della crescita, in quanto esercita una pressione al ribasso sui multipli. “Tuttavia, nella misura in cui questi tassi più alti per un periodo più lungo sono spiegati da un’economia più forte del previsto, non pensiamo che ci saranno correzioni eccessive negli asset di rischio (anche nel credito). Per quanto riguarda le curve dei rendimenti, non mi aspetto grandi movimenti, anche se nella parte media e lunga della curva vedo ancora curve di rischio leggermente più alte che basse”, conclude.

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